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"S'io avessi le rime aspre e chiocce..." (Appendice notturna alla Letterina del sabato 8 luglio 2017)

Care Amiche e Cari Amici,

non occorre avere doti profetiche quando si tratta di immaginare quel che faranno certi Concittadini. Purtuttavia, a volte le sorprese debordano dall’alveo delle cose previste e prevedibili. 

Nella Letterina di ieri avevo solo accennato alle cose che sono collocate tra oggi e domani. Tra queste c’era il Concerto dell’Orchestra Giovanile Europea, annunciato per ieri sera nell’anfiteatro del paesino a sud di Miglianico, meta della fuga notturna dell’accademia musicale tollese. La materia già trattata nella Letterina attendeva sviluppi, appunto prevedibili, degni casomai di un resoconto da farvi nel prossimo appuntamento del sabato. 

Invece è accaduto un fatto di una gravità senza precedenti, almeno a memoria mia.

 

L’antefatto è stato tra il simpatico e il penoso. Accadde l’anno scorso, in occasione del Concerto tenuto dell’Orchestra giovanile - allora ospitata a Miglianico - a San Vito Chietino, patria del Maestro Andrea Di Mele. Il presentatore a sere alterne, l’Amico Nicola Mincone, avviò il siparietto di una sorpresa falsa come dieci lire bucate. Chiamò l’ex-sindaco di Miglianico, l’Amico Dino De Marco, per essere incensato e per dire a caldo due parole. Era tutto preparato. Dino aveva il suo pistolotto già masticato e digerito ed esordì parlando di emozione e di altre cosette di circostanza. Un siparietto simile fatto fuori Miglianico era di cattivo gusto istituzionale, una furbatina senza spessore, una marchetta da quattro soldi. Semplicemente un atto di poco rispetto verso Miglianico. Chissà perché poi questo siparietto non fu messo in scena nella serata di Miglianico, successiva a quella di san Vito…. Ma tant’è, lo leggemmo tutti come segnale che l’accademia andava cercando pretesti per rompere con Miglianico. Allora era forte di un impegno dichiarato del Sindaco di Francavilla, poi venne il paesino di cui ho detto.

Ieri sera la cosa si è ripetuta ma con una escalation di una gravità appunto senza precedenti. Il siparietto è stato di nuovo messo in scena. Nicola Mincone ha fatto finta di annunciare una sorpresa mentre Dino già scendeva le scale dell’anfiteatro. Vabbè: tanàti anche stavolta. Chissà perché l’accademia tollese, per prima cosa, prima di presentare ospiti internazionali, prima di salutare il sindaco di Tollo, l’Amico Angelo Radica, prima di presentare l’Orchestra, i suoi giovani concertisti e il Maestro Di Mele, prima di osannare l’Amico Diego Tiberio che di cose ne ha fatte tante, ha deciso di aprire la manifestazione consegnando una targa di eterna gratitudine a Dino De Marco. La cosa non è elegante, anzi non è accademica (qualcosa di accademia so, il mio non è un modo di dire). 

Ma, come si dice, uno a casa sua fa quel che vuole. 

A casa sua! 

Ma Nicola e Dino non erano a casa loro, erano in un altro Comune.

L’ex-sindaco-ex-questo-ed-ex-quell’altro ha fatto finta di sorprendere l’ex-vice-sindaco-ex-sindaco-per-fortuna-di-Miglianico-non-più-niente e gli ha passato il microfono per “un saluto a sorpresa”. Ma quale sorpresa! Dino aveva già la mano tesa per prendere “il gelato” (come si chiama comunemente il microfono senza fili) e ha attaccato come aveva fatto a San Vito Chietino, dicendosi emozionato, etc., etc., etc. Poi ha spiegato che un sindaco deve decidere. Ma non fa i complimenti al Sindaco padrone di casa per la iniziativa della quale è ospite. Parte all’attacco del Sindaco di Miglianico. E come lo fa? Recita integralmente il brano del manifesto (di cui vi ho raccontato) firmato dall’accademia tollese nella parte in cui addossa a Miglianico di aver perso accademia, banda, marching band, e, tra poco anche le majorettes. Credo giri il video su qualche social, può essere ascoltato. Ho scritto che il manifesto è stato probabilmente scritto dentro Palazzetto Martinelli, sede di “Progetto Miglianico”. Ora possiamo togliere il probabilmente.   

Mai nessuno aveva fatto una cosa tanto gretta, istituzionalmente e non solo. Andare a parlar male del proprio Paese in un altro paese è gravissimo. È vergognoso! Da noi e, per quel che so, neanche altrove, non è mai successo. Nell’antichità sarebbe stato tradimento e le conseguenze sarebbero state serie, dall’esilio alla morte. La cosa è ancor più grave, doppiamente più grave perché chi lo ha fatto è stato sindaco di Miglianico e perché lo ha fatto per elogiare se stesso, mettendo così Miglianico sotto i suoi piedi. 

Se il mio Amico Dino voleva veramente colpire Miglianico, anzi, il suo Sindaco, senza essere maleducato istituzionalmente e gretto, doveva limitarsi ad elogiare Tollo, il suo Sindaco, la sua accademia i suoi Cittadini, dicendo al massimo "Invidio tutto questo. Ogni comune d’Italia vi invidia perché vorrebbe avere quello che avete voi, che voi siete stati capaci di fare". Sarebbe stata una mezza bugia, vabbè, ma avrebbe colpito di più. Si sarebbe capito tutto ma non avrebbe offeso Miglianico e i Miglianichesi. L’orgoglio purtroppo continua ad accecare il mio Amico Dino De Marco che non ha ancora imparato la lezione di tre anni fa.    

Perfino Nicola Mincone, che avrebbe potuto cogliere la balla al balzo, si è accorto della scorrettezza epocale compiuta dal suo vice-sindaco, il preferito tra tutti i Miglianichesi. Nicola ha detto subito "Chi mi conosce sa che sono stato sempre campanilista. Oggi parliamo di musica non di località. Questa orchestra e l’accademia sono una ricchezza di tutto il territorio, perché noi siamo un territorio". BRAVO NICOLA! Gli ha dato una lezione istituzionale e di stile, una grande mortificazione; Lui, l’orgoglioso, lo sconfitto incarognito del 2014, il peggior sindaco di Miglianico del dopoguerra probabilmente non lo ha capito. Lo hanno però capito tanti altri che, presenti o avvisati da messaggi e post sui social, hanno potuto nuovamente misurare la statura politica e istituzionale di un uomo che ieri sera ha offeso Miglianico e i Miglianichesi solo per uno stupido orgoglio personale.

Credo che lo abbia capito anche il mio Amico Angelo Radica, il Sindaco di Tollo, col quale ho parlato cordialissimamente subito dopo. Non abbiamo affrontato l’argomento in modo diretto ma tra vecchi democristiani il silenzio o il dire altro allegramente ha un significato. Questa almeno è stata la mia impressione. 

Mi chiedo e a volte mi chiedono Amici anche non di Miglianico, ma perché Dino si comporta così? Non lo so. Dice che lui è fuori da tutto e che ha fatto la sua parte. Poi lo trovi sempre dentro o vicino a certe polemiche. Un ricco professionista, un uomo con una bella e serena Famiglia, uno che ha avuto il massimo onore che un Miglianichese può avere, quello di esser stato sindaco di Miglianico, ora potrebbe/dovrebbe fare altro: dare una mano alle associazioni, godersi passeggiate e conviviali tra amici, mettere a disposizione la generosità dell’uomo senza più calcolare i luoghi e le persone col metro del passato, quel passato che lo ha visto anche come elemento divisivo e a volte distruttivo. Invece non molla. Va bene così. Contento lui. Certo è che non incanta più nessuno. Lo conosciamo bene e, quando proviamo a dimenticarlo, ci pensa lui a farsi riconoscere. Ieri sera lo ha fatto ancora.  

Stasera non potrò andare a Vasto per il secondo concerto. Proverò ad andare a quello finale che si terrà a Francavilla al Mare. Forse dovrei portare con me i “pomodori democratici”, quelli che, ben lanciati, son capaci di manifestare simbolicamente il dissenso e lo sdegno verso certi soggetti. Devo solo soppesare il controvalore tra il costo del pomodoro e quanto vale quello che dicono certe persone. Ovviamente non lo farò. Anche perché con la spiccata capacità di fare la vittima che hanno certi Concittadini farei loro un grande favore: si farebbero immortalare da poeti e pittori come martiri del libero pensiero. Ma che scherziamo?! Più seriamente penso sia meglio dedicarsi a dare ai ragazzi di Miglianico nuovi e più seri spazi per la musica e per la cultura, piuttosto che spender tempo e denaro solo per svergognare chi fa certe cose contro Miglianico.  

A margine della serata ho appreso, e vi informo, che l’accademia tollese, oltre ad altre cose, si è portata dietro dei nostri Concittadini collocandoli nei massimi organismi dirigenziali. Bene. Ne conosco alcuni e ho buone speranze. Ne conosco altri e non ho le stesse speranze. Se, come ci dobbiamo augurare, lavoreranno con sano spirito di collaborazione e con senso positivo del territorio, saranno buona una risorsa per tutti. Se saranno servi sciocchi di una inutile rivalsa o di un campanilismo fuori tempo, meglio sarebbe per loro che si trasferissero definitivamente nel paesino a sud di Miglianico, così loro vivranno felici. Noi di più.

Viva Miglianico   

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