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La letterina del sabato 8 luglio

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 08 Luglio 2017 14:54
Scritto da Maurizio
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Care Amiche Cari Amici,

sono davvero tante e tutte interessanti le cose accadute e quelle che sono collocate tra oggi e domani che ci vorrebbero ben più di queste righe. Proverò a raccontarvi qualcosa senza l’assillo di riuscire a far tutto e bene, anche in considerazione dell’ora nella quale vi sto scrivendo questa irrinunciabile Letterina.

Cominciamo da un applauso che va alla Compagnia Teatrale de “Gli Stralunati” che ieri sera ha animato la piazza con una sua bella performance. Concittadine e Concittadini che si dedicano con tanta passione a far qualcosa, in particolare a fare teatro meritano un applauso. Chi ha storto la bocca, chi ha avuto da ridire come se fosse un assiduo frequentatore della Scala e del Sistina ha sbagliato. Una commedia dialettale recitata in piazza non è cosa facile, lo so per esperienza diretta. Si può fare meglio? Può darsi. Si facciano avanti quelli che ne son capaci. Tacciano e applaudano gli altri.

Ci sono Concittadini capaci di far polemica ma incapaci di leggere le carte onestamente. Male, molto male. Non solo per questo cocktail perfido e velenoso ma per il ruolo che alcuni di essi hanno. Ci sono poi i casi di presenze strane, anch’esse forse non esattamente equidistanti, che son sbocciate non casualmente in piazza anche in quella domenica pomeriggio, la domenica degli equivoci che è ruotata attorno a Sgarbi. Non tratto di loro poiché il tempo dirà ancora altro e sanno che la loro presenza, anche in quella occasione, è stata notata come non giustificabile con una banale o occasionale curiosità.    

In merito alla vicenda del riedificando Municipio, Viva Miglianico, uno spazio di libertà sempre al servizio di tutti, ha pubblicato le carte (clicca qui per rileggere il pezzo "Carte in tavola") che il Sindaco ha illustrato e distribuito in occasione della riunione convocata da lui nella speranza di poter avere un confronto, finalmente un confronto con il sedicente “Comitato salviamo la piazza Umberto I”. È vero che siamo abituati a giocare con le parole ma se uno legge che il Comune chiede alla Regione Abruzzo di utilizzare i fondi concessi per la ristrutturazione antisismica del Municipio non per il Municipio esistente ma per Palazzo della Duchessa e se specifica chiaramente che “l’immobile sarà destinato comunque a Casa Municipalesignifica solo che il Municipio sarebbe andato lì, nel palazzo della Duchessa. 

Si sarebbe spostato da un posto per andare in un altro posto. Questa si chiama delocalizzazione. 

Altrove hanno spostato costruendo daccapo un nuovo Municipio? Ammesso che sia vero (al sedicente comitato non si può credere facilmente..), visto che anche per questa polemica le carte non sono state prodotte, è un soluzione che, fino all'altroieri, 6 luglio, ore 23,59, il comitato, l’indefinito sodalizio, non ha mai prospettato, anche qui carte alla mano. Hanno alquanta disinvoltura, ma dopo aver insistito per settimane e mesi che il Municipio deve rimanere nei locali sottostanti la Scuola media, per liberare la piazza, ora vorrebbero farci credere che bisognava edificare un nuovo palazzo? E dove? Dove lo prevede il PRE ancora vigente? Sapete dove? Sopra la sala Civica! Vi sembra realizzabile? E la piazza? Ancora, e degli altri edifici comunali esistenti cosa avremmo dovuto, cosa dovremmo fare? Non hanno neppure detto che il vecchio edificio sarebbe rimasto lì, non avrebbe liberato lo spazio tanto caro agli egoismi che stanno dietro queste loro polemiche.

Questi e altri aspetti li approfondirò ancora, tante sono le contraddizioni, le reticenze, i cambi di passo e di direzione di cui si è reso penoso protagonista il sedicente comitato trascinando nel penoso i pochi che lo seguono col paraocchi.

La cosa grave, dicevo, è che questi cocktail dannosi alla salute civica li propinano personaggi che hanno avuto e hanno ruoli particolari. Metto subito da parte l’Amico Luigi Porreca. Ci siamo ritrovati alla Festa regionale dell’Amicizia, tenuta all’ex-Aurum la settimana scorsa, e mi ha confessato di non avere interessi personali ma solo di essersi innamorato di uno spazio libero. Gli credo. Andremo a cena (pagherà lui) e proverò a farmi spiegare alcuni aspetti non chiari, spiegandogli a mia volta quel che immagino lui non sappia.

Detto anche del ruolo del mio Amico Nicola Mincone, il più lungo occupatore di poltrone e strapuntini pubblici, che continua ricordare a dimenticare a suo piacere cose e a scoprirne altre come se lui si fosse appena trasferito a Miglianico, devo parlare di un altro Amico.

Si tratta del signore assolutamente fuori-posto, più volte citato con questa sua caratteristica che purtroppo lo contraddistingue piuttosto che con i tratti anagrafici essenziali. Si tratta del mio Amico, Enzo Giandomenico. Non devo giudicare la perizia che ha messo nelle sconclusionate attività dell’indefinito sodalizio, non ho competenza per farlo e non ha mai messo in campo la sua, quindi sarebbe inutile attardarsi su questo. Non voglio richiamare la sua disinvolta carriera politica che è stata perlopiù svolta in quel caratteristico e carissimo “Paesino in Provincia di Chieti (tre lettere)”, così descritto dalla Settimana enigmistica

Devo solo precisare perché è un signore assolutamente fuori-posto. Il mio Amico, Enzo Giandomenico, è il Priore pro-tempore della Confraternita di San Pantaleone della quale sono membro e socio fondatore, anzi - lo posso dire – forse sono stato il primo a chiedere all’allora Parroco, don Amerigo, se era possibile fare una Confraternita che curasse il Santuario. Ora è chiaro anche a chi è ateo o iconoclasta che il Priore della Confraternita di San Pantaleone, che è il Santo Protettore di tutti i Miglianichesi, non può esporsi come protagonista di una parte che è in contrasto con una o altre parti all’interno della nostra Comunità locale. Se lo fa espone tutta la Confraternita, riducendola ad elemento di divisione all’interno della Comunità locale. Il Priore, infatti, non è un Confratello qualsiasi ma è il Confratello che rappresenta la Confraternita. Se lui diventa protagonista di divisioni, la Confraternita è inevitabilmente individuata come elemento di divisione. Questo è vero sia quando, come in questo caso, il Priore è tra i protagonisti visibili ed esposti di una piccola parte sia se fosse protagonista ed esposto al fianco della maggioranza contro uno o più gruppi di minore importanza.

Il Priore della Confraternita di San Pantaleone non può, non deve fare politica, non può essere esponente riconoscibile di parti o, peggio di fazioni, che sono causa o frutto frutto di divisione in una Comunità. 

Sono stato più volte deriso elegantemente o attaccato brutalmente da chi non ama la nostra Confraternita. Ho sempre spiegato pacatamente che le accuse e le derisioni erano infondate o comunque da respingere a priori. Questo caso è diverso. L’accusa che viene rivolta al Priore della Confraternita è purtroppo fondata, dolorosamente fondata: il Priore non può fare politica, soprattutto contro altri Cittadini di Miglianico.

Credo che il mio Amico Enzo Giandomenico abbia voglia, passione, ambizione e titoli, e ritenga di avere capacità di attrarre consenso tale da voler essere candidato alle prossime elezioni comunali. Si mettesse d’accordo con Nicola Mincone - e non solo con lui - e potrà provarci. Ma non può prepararsi a far da controparte facendo il Priore della Confraternita. Così fa un danno alla Confraternita, lo fa all’impegno dei singoli Confratelli, tutti più bravi di me, lo fa anche alla Comunità Parrocchiale, lo fa a sé stesso perché questo gli sarebbe duramente rinfacciato.

Per esser più chiaro. Non è solo nel teatrino messo in scena nella domenica degli equivoci attorno a Sgarbi che ha abusato del suo ruolo di Priore, ma in tanti altri atti, soprattutto i meno chiari, tra quelli fatti dal sedicente comitato, soprattutto gli esposti e i manifesti. I manifesti semi-anonimi del sedicente comitato li abbiamo letti tutti. Gli esposti sono comunque denunce contro qualcuno. 

Ciò detto, preciso che le questioni interne della Confraternita non sono appannaggio di chi non ne è membro. Gli altri Cittadini si astengano dal giudicare le nostre questioni interne.

A proposito della visita di Sgarbi, un Concittadino illustre, l’Amico e cugino Manuel Giampiero Sulpizio, mi ha avvisato che aveva pubblicato un post sia sulla pagina Facebook di questo spazio di libertà sia su un altro spazio che fa riferimento a Miglianico. Non frequentando Facebook ho chiesto di leggerlo. Non condivido tutto quel che ha scritto, anche perché qualcosa lui ricorda male e qualcosa non mi risulta sia accaduto, ma riconosco il suo piglio e le incontestabili sue doti. Mi ha fatto una gran pena leggere i commenti di qualche Concittadino vicino o lontano che ha provato a rispondergli seppellendosi così nel ridicolo e mancando l’ennesima occasione per evitare una brutta figura. 

Approfitto per affondare, ci sono davvero persone che andrebbero interdette dall’uso dei social e non per motivi grammaticali o ortografici.

La settimana sarebbe stata comunque così piena di accidenti da commentare che non era certo richiesto un ulteriore presenza di squinternata polemica. Parlo del manifesto fatto affiggere a nome e per conto dell’Accademia musicale tollese. Appena l’ho letto, provocatoriamente ho risposto a chi mi chiedeva che ne pensassi che l’unica cosa vera di quel manifesto è la firma, finalmente in chiaro col suo “tollese”, dopo oltre dieci anni di vergognoso inganno nascosto con AMT di Miglianico, cioè accademia musicale tollese di Miglianico.

Ci sarebbe da contestare più di un passaggio, quasi tutti per esser sinceri, a partire dalle cifre riportate e dalla vicenda-nella-vicenda, quella delle Migliarette, le nostre Majorettes, quelle inventate da Olivia Sarra. Ma la considerazione da fare ora, a quest’ora, è di carattere più ampio e politico. Probabilmente il manifesto è stato scritto dentro Palazzetto Martinelli, prestigiosa sede di Progetto Miglianico, stile, termini, errori sono quelli.  Probabilmente la sua stampa è stata anche commissionata a Nicola Mincone, l’ineffabile presentatore della scorsa edizione del Mellianum Musica Festival. Non conta ora sapere chi ha fatto domanda di affissione del manifesto. Il nostro Sindaco dovrebbe chiarire, rispondendo ad accuse che si manifestano da sole come infondate, artefatte e a beneficio di una parte, una sola parte. Guarda caso quella parte non è l’Accademia, come sarebbe stato logico e naturale se il manifesto l’avessero pensato e scritto nel paesino a sud di Miglianico. La parte che trae benefico dallo scritto del tazebao è quella degli sconfitti del 2014 a Miglianico, Dino&Co.

Beffardamente pare ci sia stato qualche Concittadino, privato dello sgabello su cui ama ergere il suo orgoglio personale, che ha girato la nostra Cittadina alla ricerca di contributi e sponsorizzazioni per finanziare le manifestazioni che si stanno svolgendo in quel paesino a sud di Miglianico. 

Voglio per ora sorvolare su tante altre cose, come la tristezza che mi fanno quelli che hanno ripreso a fare il tifo contro Miglianico e a favore di quel paesino a sud di Miglianico, cosa che accadeva nel secolo scorso. 

A chi - c’è sempre chi si lancia o si fa lanciare nel pantano delle figure meschine -  vorrà contestarmi il titolo per poter parlare di certi argomenti, voglio ricordare che anche quest’anno ho pagato l’accademia musicale tollese, che in quella Orchestra internazionale giovanile, diretta dal bravissimo maestro Di Mele, suona forse uno solo o nessun ragazzo di quel paesino e che, a voler fare i tifosi per fare i tifosi, tra Figlie e Nipoti, il mio cognome è quello che probabilmente ha la maggioranza relativa dell’Orchestra. So distinguere il riconoscere le bugie e le accuse false dall’odio preconcetto e dallo spirito di vendetta che esse rischiano di generare, cose stupide che non mi appartengono.

Ma la cosa più importante è che, impegnata a far da zerbino a Dino De Marco e alla sua nefanda epoca amministrativa, l’accademia musicale tollese, ha dimenticato cosa fa un’Accademia, cioè un sodalizio di persone che tendono alla elevazione dell’animo e della mente attraverso la cultura, cioè fa gesti degni di quello spirito.

Il manifesto doveva esser fatto solo per annunciare un concerto a Miglianico. Nessuno lo avrebbe ostacolato. L’accademia avrebbe fatto una gran bella figura sanando almeno la figuraccia della fuga notturna con la quale è scappata da chi l’ha onorata e ben finanziata per tanti anni, senza salutare educatamente e degnamente, riducendosi poi ad dover appiccicare due parole di ringraziamento in un tazebao pieno di bugie e di accuse immotivate. Non è stata capace di farlo. Che tristezza!

Un’ultima notazione la devo riservare al Comitato Feste 2017. Ci sarà tempo per valutare il suo operato che si annuncia degno dell’impegno che ci stanno mettendo la Presidente, Melita Tropea, e i suoi brillanti collaboratori. In attesa di questo, mi sembra di vedere una mancata lucidità e poco coraggio propositivo nell’affrontare scelte di innovazione nella tradizione o di recupero delle tradizioni. Immagino, per la stima che ho di quei Concittadini che lo compongono, che sono state presenti nelle discussioni del Comitato ma dove, forse, gli animi devono essersi appassionati più ai proponenti che alle proposte. Succede da anni in tanti sodalizi locali, in questo dobbiamo ancora fare grandi passi avanti. Mi auguro solo che la prima Donna della nostra storia locale chiamata a presiedere il Comitato Feste non affronti quegli atteggiamenti con un bonario, ma inconcludente e pernicioso cerchiobottismo. 

Questo giudizio è prematuro, lo so. Chiedo scusa a chi, e sbaglierebbe, volesse pensare che mi permetto di rivolgere censure o addirittura accuse al Comitato e ai suoi Amici Dirigenti. Aspetto però di vedere alcuni fatti per confermare i miei dubbi o, cosa che invece spero, per rafforzare le mie scuse e rendere più gioioso l’applauso che farò probabilmente a fine anno. 

Una importantissima tradizione, intanto, mi sembra che non sarà recuperata neanche quest’anno. Non si parla di “Cassarmonica. Il peculiare valore storico, artigianale, tradizionale, simbolico che quel meraviglioso manufatto ha e conserva in ogni suo pezzo evidentemente viene ritenuto trascurabile, anzi un problema fastidioso. So che sarebbe stato possibile ripresentare la Cassarmonica di Mastro Nicola Miccoli, tutta “Made in Miglianico”. Mi sono informato su modi e difficoltà del suo utilizzo che so essere possibile senza traumi organizzativi e finanziari. Pare sia il solo a pensarla in un certo modo. Fa niente; essere in minoranza in certi casi non mi disturba affatto. Resto solo a pensarla così e in questo almeno sono distante dal Comitato Feste che ho salutato con gioia quando è nato e che incoraggio ed elogio ogni volta che posso.

Alla prossima Letterina.

Buona Domenica.