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E ora chi paga?

Categoria: Notizie
Pubblicato Venerdì, 16 Giugno 2017 13:26
Scritto da Maurizio
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Notizie vere o presunte tali, indiscrezioni multistrati come i fossero mega-panini, confidenze rivelate, chiacchiere, tante, troppe chiacchiere si abbattono sul cantiere del Municipio. A volte sembra grandine devastante, altre una pioggerellina fitta come una nebbia impenetrabile, alcune volte si mostra come un temporale violento e improvviso, quasi sempre si tratta di una pioggia uggiosa che crea solo fanghiglia. In realtà non si tratta di fenomeni meteorologici, ma di mirate azioni di scelti soggetti, pochi soggetti, sempre gli stessi soggettoni, come li avrebbe bollati l’indimentivato Peppino Firmani, di Guizzarde. 

Se non fosse una cosa drammaticamente seria con quelle facce si potrebbero rinverdire siparietti da commedia all’italiana del genere “I soliti ignoti”, “La banda degli onesti”, meglio “I Mostri”.

Invece siamo difronte a fatti di una certa qual gravità.

 

Potrebbero esserci spese aggiuntive, danni economici.

Chi paga?

Prima c’era il fantomatico e mai visto Comitato “Salviamo Piazza Umberto I con il suo sedicente presidente/portavoce, Nicola Mincone. In poco tempo è stata smascherata questa finzione fatta di manifesti praticamente anonimi e di chiacchiere riconducibili a basso pettegolezzo. Invitati a mostrarsi non si sono mai mostrati. Invitati al pubblico confronto chiarificatore non si sono mai presentati. Attesi ad una iniziativa unilaterale ma pubblica e adatta a verificare temi e soprattutto proposte, questa iniziativa non è mai arrivata. Il nulla infarcito di malignità e doppi giochi.

Nessuno ha pensato di fare una ricerca, niente affatto proibitiva, per scovare il progetto del vecchio Municipio che avrebbe chiarito ogni cosa senza muovere un solo granello di terra. Anche allora i progetti prevedevano disegni e relazioni. Si sarebbe potuto scoprire su quale area si decise di costruire, cosa c’era eventualmente prima, come si pensò di realizzare l’edificio e le sue opere di fondazione. 

Nicola Mincone ha passato fin troppo tempo in Municipio, quello stesso palazzo che non ha mai abbattuto e spostato, che si affacciava su quella stessa piazza che non ha mai pensato di salvare, neanche dopo, quando è stata costosissimamente rifatta peggio di com’era. Avrebbe potuto andare a ricercare quel progetto o farlo cercare dai suoi collaboratori, ne ha bruciati tanti! Ma allora, forse, non aveva le smaniose motivazioni di oggi.   

La riedificazione del Municipio, la Casa dei Miglianichesi, è, fino a prova del contrario, una operazione legittima e trasparente. 

Si è in qualche modo materializzato il paravento di quello che sembra essere il movimento occulto che nasconde i suoi interessi dietro la polemica generata evidentemente ad arte attorno a quel cantiere solo dal momento successivo al definitivo abbattimento del vecchio edificio e finalizzata a non far riedificare lì il Municipio. I divertiti curiosi che osservano quanto avviene ai margini del cantiere raccontano di un ben definito terzetto su cui fioriscono dietrologie e apprezzamenti di facile immaginazione. Sono proprio quei tre.

Il resto tace. 

Stranamente una vicenda come questa sembra non sfiorare le opposizioni, anzi, una delle opposizioni quella dell’ormai scolorito di “Progetto Miglianico”, visto che il Gruppo del M5S, se e quando ha qualcosa da dire o da criticare, non aspetta certo che siano altri ad imboccarla.

Chi parla, straparla e, da qualche tempo, scrive (o stampa) è il mio Amico, Nicola Mincone, stagionato oltre trentacinque anni in poltrona. Tranquillizzato dagli effetti prescrittivi che il tempo comporta su certi atti, indifferente al fatto di dimostrare una finta ignoranza che copre una cattiveria troppo voluta, baldanzoso per poter avere così un qualche ruolo o comunque un lumino acceso che gli dia visibilità, si è lanciato nel campo minato degli esposti. 

E sì. Pare (speriamo di avere anche da lui i documenti per dare certezze) che sia stato proprio lui a scrivere alla Soprintendenza per segnalare presunti disastri e scempi che si starebbero attuando contro un non ben definito patrimonio archeologico. In questa operazione-denuncia sarebbe stato aiutato, come consulente tecnico o sodale, anche questo va chiarito, da un signorotto sempre più fuori posto. Il terzo, si sarebbe scoperto con innate doti di paparazzo. Non so se è vera la cosa che mi è stata raccontata ieri notte, ma avrebbe addirittura scritto che lui, Nicola Mincone, si sarebbe messo a disposizione per accompagnare gli archeologi della nostra Soprintendenza a svolgere gli scavi di indagine. No, non può essere vero. Se fosse vero dovrebbe essere attuato un provvedimento di diffida, di inibizione, di fermo verso questo Concittadino. Altrimenti vorrebbe dire che lo Stato non funziona proprio bene. 

I nostri “poco fantastici tre” il danno lo hanno fatto. 

A loro non importa un fico secco degli interessi veri dei Miglianichesi. Non hanno pensato, anzi devono averlo pensato ma se ne sono infischiati, ad un fatto grave, che qualunque incidente, anche se volutamente artefatto e non fondato, rischia di comportare costi.

Allora, chi paga? 

Chi pagherà se i lavori, che riprenderanno e proseguiranno anche sotto i prossimi bombardamenti di falsità, di bombe mediatiche e di pallune d’ogni forma e colore, costeranno anche solo un euro in più?

Chi pagherà se, cosa che non si può affatto escludere, la Soprintendenza decidesse di verificare fino in fondo quanto inventato da quell’esposto e procedesse non solo a fermare per uno o più mesi il cantiere ma anche a fare quello che in certi casi deve fare? Cosa? Allargare gli scavi. Fare sondaggi nell’area circostante, bloccando quindi via Sud e la parallela strada che sale al Santuario (e siamo vicinissimi alle Feste di San Pantaleone e alle Contrade del Piacere). Controllare gli edifici circostanti, a partire dai vari progetti delle loro ristrutturazioni o ampliamenti, e poi nelle aree che hanno interessato. Insomma, quello sì che sarebbe uno scempio per non pochi Cittadini. Sarebbe tutto legittimo ma sarebbe inevitabile conseguenza di un atto cattivo e sconsiderato: l’esposto fatto da Nicola Mincone.

Anche in questo caso, la domanda è: chi paga?

Noi Cittadini non meritiamo né vogliamo assolutamente vederci tassare perché c’è chi vuole fare certi giochetti. Se uno vuol giocare mette lui il soldino nella gettoniera del biliardino. O no?

A questo punto deve esserci chiarezza, anche se sarà una pagina dura e antipatica per qualcuno. 

Si chiariscano: origine e iter del finanziamento regionale per il Municipio, affidamento e approvazione del progetto, iter di appalto dei lavori, documenti e esposti fatti contro l’esecuzione dei lavori, atti della Soprintendenza, responsabilità amministrative, penali e erariali (cioè chi pagherà eventuali danni e costi aggiuntivi), infine, ma solo per una curiosità e questa volta non per cortesia, tutte le carte del Comitato “Salviamo Piazza Umberto I” ammesso che esistano e che esista il Comitato.

Accadrà?

Non lo sappiamo.

Se qualcuno ha commesso errori paghi lui. 

Non faccia pagare i Miglianichesi.