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La letterina del sabato 13 maggio

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 13 Maggio 2017 14:24
Scritto da Maurizio
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Care Amiche e Cari Amici,

la preoccupazione per la pre-occupazione sale nella sensibilità di alcuni Concittadini solitamente molto attenti alle vicende locali e altrettanto ben informati. Da non pochi giorni mi viene segnalato quello che per loro sembra essere un fenomeno sempre più allarmante: la presenza, in prima fila, al comando o comunque in posizione niente affatto defilata ma stranamente molto visibile, di Concittadine e Concittadini attivi in associazioni, gruppi e sodalizi occasionali con smaccati doppi fini. In realtà si potrebbe anche trattare di facili equivoci o di letture allarmate di cose che son sempre accadute e continuano ad accadere. 

Che determinate persone stiano fiorendo per attivismo e presenzialismo in gruppi e associazioni, vestendo sotto le magliette il giustacuore del vecchio gruppo che fa da zerbino al duo Dino De Marco-Nicola Mincone è probabilmente vero. Che questo possa accadere nei recinti delle associazioni dove si fa attività di servizio civico per l’organizzazione di eventi sembra alquanto difficile. Che cose simili accadano addirittura in ambiti che dovrebbero essere sterilizzati da certe contaminazioni e, per propria natura, refrattari a certe tentazioni, come quelli dove non si vestono magliette ma abiti più austeri, a qualcuno appare fin troppo evidente. Ma il caso è più delicato, perché bisogna conoscere meglio le regole oltre che le vicende di quegli ambiti.   

Se tutto questo o anche solo parte di questo fosse vero, saremmo di fronte ad una studiata a insistente strategia di pre-occupazione, appunto, di spazi civici da parte di ben allertati soggetti che dovrebbe poi portare quegli stessi ad essere parte attiva della prossima campagna elettorale per le elezioni Comunali. La propensione dei due Concittadini sopra citati nell’utilizzare le persone per il proprio protagonismo politico-amministrativo sta nella loro storia. Pensare che ci sia ancora chi crede che questo modo di fare pseudo-leninista o pseudo-squadrista possa essere efficace in questo secolo fa sorgere un po’ di tristezza e anche qualche sgomento per le sorti della nostra Comunità. 

È vero che, negli ambiti sopra descritti, si vanno agitando personaggi, più o meno noti alle cronache politiche locali, che non perdono occasione in quelle sedi assolutamente improprie per parlar male dell’attuale Amministrazione comunale e del Sindaco in particolare o per mettere in vetrina e sotto i riflettori certi residuati da cui invece bisognerebbe, politicamente e amministrativamente, star lontani, come per le bombe inesplose raffigurate nei manifesti che avevamo alle Elementari negli anni del Dopoguerra. È vero che ci sono eminenti personaggi che sembra non si curino neppure più di mostrarsi così tanto fuori posto rispetto ai ruoli ricoperti. Esser fuori posto è grave, perché si diventa protagonisti o co-protagonisti di operazioni discutibili per la loro poca o nessuna trasparenza. Esser fuori posto è gravissimo perché quel posto che si va a occupare è collocato all’interno di un fare che comporta divisioni laceranti tra i Cittadini e che suscita artatamente sentimenti di aperta avversione verso chi i Cittadini legittimamente li amministra pro-tempore. Certi ruoli non sono semplicemente super-partes, ma sono essenzialmente extra partes. 

Ammesso che tutte la preoccupazione per questa pre-occupazione siano vere; anzi, ammesso che essa sia solo una parte di un più ampio disegno, va fatta subito una considerazione positiva. Si tratta di un riconoscimento implicito ed esplicito alla modernità vera dei nostri giovani amministratori comunali e di quella parte delle opposizioni, parlo del M5S. Questi giovani non hanno mai ragionato in termini di occupazione di ogni spazio e ogni contesto con uomini fedeli, perché sanno che questo, tra l’altro, rischia di impedire che le migliori energie civiche si sviluppino liberamente per il bene comune. 

Ho fiducia nei giovani. 

Preferisco continuare a pensare che non si può rimettere indietro l’orologio della storia, non penso che i Miglianichesi possano preferire un tuffo nel passato piuttosto che continuare a guardare al futuro. 

Preferisco pensare che questi protagonismi, che mirano a mettere in evidenza determinate Concittadine e ben individuati Concittadini, possano, alla fin fine, solo servire a far venire fuori nuove disponibilità nelle varie attività locali, certo anche in qualità di candidati alle Comunali prossime e future. 

Penso che quelle stesse Concittadine e quei medesimi Concittadini sanno o dovrebbero sapere che con quelle facce non fregano più nessuno. 

Tana!

 

Un ricordo in bianco e nero. 

L’abitudine a interrompere lo studio all’ora del TG1 del pomeriggio - una curiosità verso i notiziari radiotelevisivi che mi porto da bambino - mi ha fatto vivere praticamente in diretta il drammatico momento dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II di 36 anni fa. Indelebili sono le immagini viste sul televisore ancora in bianco e nero che era nel salotto di casa. Ancora viva è la paura palpitante per le sorti del Papa al quale avevano appena sparato alcuni colpi di pistola. In quei primi momenti tutto era confuso. Le immagini continuavano a riproporre la “papamobile”, una Campagnola bianca senza nessuna protezione, che correva verso l’arco delle campane col Papa accasciato, appena sorretto da chi gli era vicino. Correvano a piedi gli uomini della scorta. Piangevano in tanti in Piazza San Pietro. Correva il battito del mio cuore gonfio di pianto che non esplodeva. Quei minuti sembrarono infiniti. Ripresero il corso naturale solo quando le notizie riferirono del ricovero al Gemelli e dell’inizio dell’intervento operatorio che -  si seppe dopo - quasi certificò l’intervento di una Mano celeste che avena deviato non il colpo ma il percorso della pallottola nel ventre del Papa. Poi ci fu la notizia dell’arresto, con la collaborazione di una suora che forse aveva anche “disturbato” l’esecuzione di Ali Agca, l’attentatore, sedicente Lupo Grigio. 

Tutto andò bene, Grazie a Dio.  

 

Auguri a tutte le Mamme.

 

In questi giorni appena trascorsi hanno cominciato a circolare messaggi dedicati alle Mamme, anche se la loro Festa arriverà solo domani, domenica 14 maggio. Tra le reazioni lette o ascoltate mi hanno colpito molto quelle di Amiche e Amici che hanno voluto provare a “inoltrare” i video, le immagini e le parole ricevuti nella dimensione immateriale nella quale sono le loro Mamme che non ci sono più. 

Questa Festa della Mamma ci fa ricordare anche questo. La Mamma si continua ad amarla sempre. Ci si dimentica a volte di farle una telefonata, di andare a salutarla, di mettere in tasca qualche minuto in più per ascoltare quel che ha da dirci, di tirar fuori per lei un bacio anche se non è il suo compleanno. Non occorre un’occasione particolare: è sempre il momento di festeggiare la propria Mamma. Quando lei ci ha baciati, ogni momento di ogni giorno, non aveva altro motivo che quello di volerci bene. Così ha provato a insegnarci come si dimostra che si vuol bene a una persona cara. 

Per festeggiare tutte le Mamme di Miglianico, tutte le Mamme del mondo, la mia Mamma bellissima, la Mamma di mia Moglie e Lei, la Mamma delle mie Figlie, invito alla lettura di una poesia non trascinante, non di moda, semplice ma piena di passione filiale, di fiducia e di affidamento al cuore della propria madre, quella che Modesto Della Porta, celebre poeta autore del “Ta Pu”, ha scritto alla sua Mamma.

 

Serenate a Mamma

O Ma’, se quacche notte mi ve”mmente

ti vujje fa’ una bella ‘mpruvisate;

t’aja mini’ a purta’ una serenate

‘nche stu trumbone d’accumpagnamente.

 

Ne’ ride’, Ma’ …. Le sacce: lu strumente

è ruzze e chi le sone nen te’ fiate.

Ma zitte, ca se ccojje lu mumende,

capace che l’accucchie una sunate.

 

Quande lu vicinate s’arisbejje,

Sentemne suna’ forse pu’ dire:

Vijat’a jsse coma sta cuntente!

 

Ma tu che mi cunusce nen ti sbe’jje:

li si ca ogni suffiate è nu suspire,

li si ca ogni mutive è nu lame’nte!

 

 

Se si ha la Mamma vicino o comunque raggiungibile o se la si ha vicino solo nel ricordo il primo gesto d’amore filiale per Lei è dire un’Ave Maria per affidarla alla Madre celeste. 

Tra Mamme si capiscono bene.                

 

Buona Domenica.