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La letterina del sabato 29 aprile

Care Amiche e Cari Amici,

l’argomento di questa Letterina è prevalentemente l’assenza della politica organizzata a Miglianico e, per contrappasso anche l’infittirsi di un mistero che, se ci fosse buona politica, tale forse non sarebbe.

Parto dall’inizio.

Lo spunto vien dal fatto che domani, né in piazza né nella sede del Circolo del PD, allocato nell’austero Palazzetto Martinelli, ci sarà un seggio per le primarie di quel partito.

 

Mentre Vi scrivo la notizia è ancora questa. Ho cercato una conferma e l’ho trovata, ovviamente, alla fonte diretta del PD provinciale (http://www.pdabruzzo.com/primarie-30-aprile-2017-votare-abruzzo/ - http://www.pdabruzzo.com/wp-content/uploads/2017/04/Provincia_di_CHIETI_seggi_primarie_PD_2017.pdf). Nell’elenco dei seggi dove si potrà votare domenica 30 aprile per scegliere il nuovo segretario nazionale del PD, la casella che riguarda Miglianico è vuota, la riga non è evidenziata, segno che non c’è neanche attesa di riempirla. Su quel sito ufficiale c’è l’avvertenza che alcune situazioni sono in fase di definizione ma sembra che Miglianico sia destinata a rimanere assente. Probabilmente anche da noi la scissione dalemiana ha prodotto effetti laceranti nella sinistra locale, ma immaginare che il PD si trasformasse così rapidamente in un entità evanescente è ben altra cosa. A parte il fatto che della Sinistra c’è comunque bisogno, la vicenda del PD non può esser certo valutata come se niente fosse. Si tratta del maggior partito politico italiano. È il partito che esprime Capo dello Stato, Presidente del Consiglio, Governatore d’Abruzzo, Presidente della Provincia di Chieti e tanti altri incarichi a tutti i livelli. Non si tratta solo di attenzione ad un partito, come vedete. Si tratta di una strana assenza. È ancor più strana perché non è una storica mancanza di presenza ma una “scomparsa” recente, inattesa, strana, appunto. 

Non sono però i problemi interni del PD quelli in cima a ai nostri pensieri. La politica, quella buona, invece sì. La constatazione che ciascuno di noi potrebbe fare è semplice. A Miglianico le sedi della politica organizzata non ci sono. Se ci sono, son paralizzate, svuotate, assenti dalla vita attiva, come sembra essere il caso del PD. Fa eccezione il M5S che, per il suo modo di far politica, non prevede sedi fisiche. Anche in questo caso, però, va segnalato che è da un po’ che gli Amici del M5S sono assenti con i loro gazebi e con altre iniziative pubbliche. Il centro-destra, che è generalmente il contenitore elettorale di maggioranza a Miglianico sembra letteralmente sparito ormai da molto tempo. La colpa può essere facilmente imputata a certi soggetti ma ora andremmo lontano, cosa che non voglio fare non solo per non far propaganda a certi personaggi ma anche e soprattutto perché i Partiti, oggi, non sono in prima fila nella nostra attenzione. So di incontri, di contatti, di altro nell’area del cosiddetto centro-destra. Ma questa non è la politica che ci deve interessare. 

L’attività politica è fatta di analisi dei problemi e di individuazione delle soluzioni, soprattutto di livello strategico; è animata dal confronto tra idee e programmi; è materializzata dalla indicazione di donne e uomini; è organizzata anche per il proselitismo attivo. La politica deve avere la sua visibilità, che non è solo ricerca del consenso ma anche e soprattutto riconoscibilità degli ambiti dove le idee, le proposte, le persone sono attive. La partecipazione democratica prevede anche questo. Il discorso non è facile. Non sarebbe breve. Non è però banale o trascurabile. L’assenza della politica buona lascia lo spazio alla politica non buona. Non parlo delle porcherie che i singoli o certi gruppi fanno mascherandosi da politici, che è un problema grande ma non certo politico allo stato puro, casomai attiene al penale. Parlo della condizione estremamente pericolosa che la mancanza di politica buona genera, perché si lasciano i Cittadini indifesi, pronti ad essere troppo facilmente contagiati da quel pensare sbrigativo e falsamente decisionista che porta ai populismi, alla generalizzazione, all’accettazione di facili messaggi, alla disattenzione prima e alla ignoranza dei veri problemi poi. Da qui, poi, passa veramente poco, pericolosamente poco perché i Cittadini diventino pronti ad essere abbracciati da messaggi apparentemente risolutivi ma sostanzialmente incanalati verso un regime non libero, quello che una volta si chiamava dittatura. 

Probabilmente la Politica buona che verrà e che sta già nascendo farà a meno di certi contenitori, di quegli strumenti a noi noti e ritenuti obsoleti. Si sta preparando qualcosa di nuovo? Vedremo. Nelle liste civiche, come “Miglianico Cambia”, in tante associazioni civiche, negli ambiti culturali attivi a livello sociale c’è il germe della buona politica, c’è il fare della politica buona. Ma poi bisogna fondere il meglio e organizzare programmi e proposte di governo. Altrimenti si elabora ottima teoria tra pochi, si fa eccellente pratica sui singoli territori ma si perde il livello alto della ricerca del bene comune, il governo delle grandi aree, delle nazioni e dei territori più vasti, la rete internazionale, la strategia.

Mi fido dei giovani. Spero che sappiano sorprenderci positivamente. Chi ha già fatto la sua parte in passato ha fatto anche il suo tempo. Non pensi di dover ammaestrare, non pensi di dover guidare, si tenga lontano dal voler esserci di nuovo. Potrebbe dare il consiglio se richiesto. Potrà dare sostegno e incoraggiamento. Dovrà restare in piedi, nel senso di mantenersi a debita distanza da poltrone, sedie e strapuntini. Anche da questi comportamenti virtuosi si alimenta la buona politica.

Care Amiche e Cari Amici, ci sono anche i fatti quotidiani che sono legati in qualche modo alla politica, quella buona e in questo caso che segue, come accennavo in apertura, anche non buona. 

C’è stato un evento strano, misterioso, piccolo, stupido, riempito di ovvia speculazione, seguito da aspetti pittoreschi per non dire penosi e preoccupanti. È accaduto che una parte della recinzione del cantiere del nuovo Municipio è rumorosamente caduta nel bel mezzo di un pomeriggio, qualche giorno fa. C’è chi ha parlato di folate di vento. Ma il vento non c’era.  C’è chi ha scritto di collasso della struttura. Ma il collasso non viene da sé. C’è chi non ha visto e non ha sentito nulla, perché Miglianico, quel pomeriggio, era un centro semideserto. Eppure, in meno di due minuti, alcuni scelti soggetti erano lì sul posto armati di fotocamera e di “invocazioni” gergali che richiamavano a “Miglianico Cambia”, col punto esclamativo: un altro piccolo mistero. Qualcuno, non solo per aver più sale in zucca ma forse anche per aver fatto certi mestieri, ha provato a spiegare che, come si può dire, Giulio Cesare non è morto di appendicite. Nessuno può escludere che quelle strutture potrebbero aver effettivamente collassato da sole ma potrebbero esser state anche oggetto di una di quelle attenzioni particolari, utili soprattutto per determinati fini. Anzi, qualcuno potrebbe escluderlo: potrebbe farlo, e forse lo farà, chi fosse chiamato a svolgere una normale indagine, casomai utilizzando le immagini delle telecamere attive in piazza. Così il mistero sarebbe meno misterioso. Attorno a quel cantiere sappiamo che molte cose hanno un che di mistero. Vediamo ombre che le luci posticce allungano. Sentiamo rumori che risuonano improvvisamente dove il silenzio ha regnato per decenni. Intravediamo passi curiosi di chi normalmente cammina solo dalla propria auto alle porte di casa o dei bar. Ascoltiamo discorsi incredibili. Leggiamo cose senza senso, soprattutto senza buon senso, fatte incollare da personaggi fuori posto.   

Al mistero si è sovrapposto poi altro mistero. S’è aggiunta la nota che è meglio definire pittoresca, perché in realtà è penosa, come può esserlo una scena comica che non riesce proprio a far ridere, o addirittura preoccupante se si valutano altri aspetti. Qualcuno ha raccontato che, un po’ di tempo dopo la sistemazione (che è stata immediata, ndr.) di quella recinzione, due strani personaggi si aggiravano vicino a quel cantiere misurando spazi e distanze con una fettuccia da geometra. Quello strumento di misura uno a casa non ce l’ha se non per motivi professionali, il che ha destato forse qualche preoccupazione tra gli iscritti agli albi professionali di riferimento, immaginando un abuso della professione da parte dei due misteriosi soggetti. Ma, forse, potrebbe essersi trattato di facce toste che han fatto quello che il geometra vero non ha voluto mostrare di fare in piazza, non certo per mancanza di faccia tosta ma per calcolo. Chi li osservava, provando pena per non dire altro, ha pensato anche che stessero cercando appigli per un esposto o elementi per un intervento su qualche profilo Facebook. Quando all’osservatore occasionale è stato chiesto chi fossero i misteriosi “apprendisti geometri”, la risposta è stata volutamente non chiara, perciò alquanto intrigante: "Uno sembrava avere i baffi e l’altro sembrava più giovane e con la barba. Ma erano contro sole non ho visto bene chi fossero"

Il mistero si infittisce. 

Quando tutto sarà concluso, ne verrà fuori una traccia per la sceneggiatura di un corto cinematografico. Il materiale umano e professionale per realizzarlo lo abbiamo già.

Ma abbiamo avuto anche fatti di politica buona, del fare, del saper far, dell’impegno generoso e volitivo di chi non finisce mai di sorprenderci. Ieri sera c’è stata l’assemblea (non proprio partecipata in massa) della nostra Pro Loco. Oltre agli adempimenti statutari, c’è stato il rendiconto delle attività svolte nel 2016, condensate prevalentemente nelle circa trenta giornate di manifestazioni e eventi. Del programma relativo delle attività 2017 elaborato dal Direttivo e solo accennato in sede assembleare sarà il caso di parlare in una prossima occasione anche per avere lo spazio di un appropriato commento. In verità, come ho avuto modo di raccontarvi, la Pro Loco, guidata dal presidente-ovunque, l’Amico Tommaso Palmitesta, e animata dai suoi Dirigenti, ha già fatto tanto, a patire dall’inizio di quest’anno fino alla bellissima sfilata di moda di qualche settimana fa. Ora è pronta a nuovi eventi, alla riproposizione di manifestazioni ormai sulla via del consolidamento tradizionale e ad altre sorprese che sono più che probabili. 

Oggi è forse più urgente una piccola notazione su qualche assestamento sociale in casa Pro Loco. Benché il tesseramento sia sempre aperto, cominciano ad essere notabili fughe e squagliamenti da parte di chi dovrebbe, invece, rimanere a dare una mano anche ora che in quella mano non ha la leva del comando. Qualcuno può pensare che possa essere un bene per l’associazione questo rifiuto di collaborazione da parte di ceti soggetti. Personalmente credo che quegli stessi personaggi e determinati altri Concittadini, sempre pronti solo ad un ruolo di prima fila, dovrebbero essere tra i semplici iscritti della Pro Loco, darebbe loro una dose accettabile di credibilità civica. 

Più in generale, va aggiunto che permane quell’aspetto alquanto inspiegabile della nostra Comunità. A fronte del fatto oggettivo di una Pro Loco che funziona bene, non c’è una risposta adeguata in termini di adesione da parte di Cittadini. Se le mie informazioni non sono sbagliate, gli iscritti alla Pro Loco non arrivano a settanta. Settanta iscritti son molti o pochi a seconda di come si immagina la sensibilità di una Comunità. Che l’ostacolo siano le 20 euro della tessera può esser scusa valida per molti giovani e per pochi altri. Che molti preferiscano stare a guardare, riservandosi poi il podio occasionale o continuo della critica, ci può stare, tanto è gratis. Ma che in generale i nostri Concittadini non sentano lo stimolo positivo a voler esserci da semplici iscritti denota forse una scarsa sintonia di molti sulle cose importanti. 

La dirigenza della nostra Pro Loco, inevitabilmente, ha non delle colpe ma delle responsabilità proprie. Così tanto impegnata nel fare e nell’organizzare, ha, forse, trascurato il coinvolgimento dei Concittadini alla vita associativa interna. Travolta da impegni che hanno caricato di non poca fatica molti dei loro giorni, i Dirigenti, forse, hanno dimenticato di tirar dentro anche altri. Votati al generoso e gratuito impegno organizzativo, forse, hanno dimenticato che i Soci per primi, ma poi anche altri Concittadini, devono esser chiamati e sollecitati a esser parte attiva, poiché non li si può, non li si deve chiamare e considerare solo per alzare la mano in assemblea dopo aver pagato la tessera. Convinti, giustamente, di far cose buone, forse, hanno dato per scontato qual che scontato purtroppo non è, cioè che tanti altri sarebbero arrivati da soli. Convinti e coerenti nell’operare per Miglianico senza esser di parte, forse, hanno sperato che da certe parti non sarebbero venuti ostacoli, ostracismi, ostilità sottotraccia, mancata adesione voluta, una sottrazione di solidarietà. Fatto sta che la nostra Pro Loco raccoglie ancora poca solidarietà attiva e partecipativa rispetto a quella che merita per la tanta passione che mette in campo durante tutto l’anno, ogni anno, per i tanti risultati ottimi ed eccellenti che consegue col suo saper fare. Comunque, anche se tuti i “forse” di cui sopra non ci fossero e fossero invece vere le responsabilità dei bravi Dirigenti della nostra Pro Loco, noi Cittadini non saremmo affatto giustificati per questo generale assenteismo dai ruoli sociali della Pro Loco. Dovremmo essere più di settanta e più attivi in ogni momento, a partire da quello dell’adesione all’Associazione Pro Loco Miglianico, senza scuse, senza se e senza ma. Torno a ripetere, perché lo ritengo valido più che mai, quanto ho scritto per sollecitare adesioni in occasione della campagna di tesseramento 2017 “Ecco perché, oltre ogni altra importantissima motivazione, è bello iscriversi alla Pro Loco di Miglianico. Prendendo questa tessera si manifestano certamente un sostegno e un apprezzamento più che simbolici a una storia e ai suoi protagonisti: una storia fatta di impegno e di successi, pensata e realizzata da protagonisti generosi e appassionati che hanno Miglianico nel cuore. Viva la nostra Pro Loco.”

Buona Domenica

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