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Quelli che… solo alle Feste comandate. Si rivede Progetto Miglianico.

Toh, chi si rivede, “Progetto Miglianico”!

Come quelli che una volta erano chiamati “pasqualotti”, i cattolici praticanti semel o bis in anno, i nostri “progettisti” ormai frequentano la democrazia locale solo in occasione delle feste comandate. Era da Natale dello scorso anno che “Progetto Miglianico” non dava notizia di sé con un manifesto o con altro atto degno di un’opposizione adeguata al suo ruolo. Nel frattempo è stata segnalata solo una sciocchezza teleguidata, messa sulla sua pagina Facebook per parlare della recinzione del cantiere in piazza.

Palazzetto Martinelli, sede del gruppo di cervelli che alimentano strategie e azioni dei nostri “progettisti”, con l’avvicinarsi delle Feste Pasquali, ha finalmente partorito il topolino. 

Assenti con proposte e prese di posizione sulle vicende amministrative più importanti, muti in occasione dell’eccezionale nevicata che ha visto il Comune di Miglianico distinguersi per prontezza, efficienza e qualità degli interventi, neanche più giustificati da impegni politici visto che a Palazzetto Martinelli il Circolo del PD di Miglianico è diventato solo un fantasma, rieccoli con un “niente vestito a festa”.

 

Sotto Pasqua, con la classica furbata di sfruttare strumentalmente i giorni di festa, l’armata di Dino, non avendo altro per le mani, ha provato a lanciare una polemica che, in verità, è vecchia di almeno un mese: la presunta omissione di intervento da parte dell’Amministrazione comunale di Miglianico nel sistemare la frana che restringe la carreggiata della Provinciale Chieti-Tollo all’altezza dell’incrocio con Contrada Cagialone.  

La querelle era stata agitata da uno dei più brillanti maître-à-penser che abbia mai frequentato l’austero palazzetto di via Roma, il campione di salto triplo delle liste e ultimo personaggio politico locale generato da Nicola Mincone. La vicenda per noi è datata con certezza, basta rileggere la Letterina dell’11 marzo scorso (clicca qui per verificare).

Le cose sono sostanzialmente le stesse. La conclusione, già allora preconizzata, sarà probabilissimamente la stessa. Se - e, ripeto, se -  tocca al Comune di Miglianico agire al posto della Provincia, l’opera verrà fatta molto meglio di quanto tutta “Progetto Miglianico” possa anche solo sognare.

Oggi aggiungo che, forse, non si tratta di una priorità, lo diventerà se lo smottamento dovesse aumentare. Ora ci sono altre priorità. Solo per fare un esempio: i marciapiedi e la tutela dei pedoni nel centro abitato e nei nuclei abitati del territorio vengono molto prima di un rallentamento su una strada importante ma ancora ben percorribile. Ma questo lo dovrà giudicare chi amministra e conosce meglio le emergenze che ci sono da sistemare.

Piuttosto c’è il tenore generale del tazebao fatto affiggere dai comunicatori dei “Progetto Miglianico” che ha un qualche interesse. Prima di commentarlo va segnalata la strana uscita in contemporanea di due manifesti, questo e quello a firma del mio Amico Nicola Mincone, che avrà il suo spazio su Viva Miglianico nelle prossime ore per farne una buona analisi. Hanno lo stesso stile, sembra quasi la stessa mano, ma forse è solo una contaminazione avvenuta in tipografia…  

Restiamo ai nostri scoloriti “progettisti”. 

La prima cosa che avrebbero dovuto fare, per dar forza al loro messaggio e anche per una trasparenza che non hanno mai molto amato, era scrivere cosa hanno fatto per sollecitare l’Amministrazione Provinciale di Chieti, proprietaria del tratto di strada franata, a provvedere per riparare la frana evidenziata con tanto di fotografia infiocchettata. Loro, almeno i due consiglieri di “Progetto Miglianico” (Papponetti e Mattioli Stella, ndr.) hanno votato alle elezioni per la nuova amministrazione provinciale dell’anno scorso? Per chi hanno votato? Dovrebbero dirlo, visto che non hanno votato a titolo personale ma in quanto eletti dal Popolo di Miglianico. Se hanno votato per Pupillo e la lista del PD, sono sostenitori della Giunta Provinciale e potrebbero, anzi, dovrebbero andare a bussare insistentemente alla sua porta per ottenere qualcosa per Miglianico. Se non l’hanno votato, dovrebbero spiegare perché hanno cambiato partito, visto che Pupillo era il candidato ed è il Presidente della Provincia a marchio PD. È il loro Presidente o no? 

Va detto, per inciso, che se l’autorizzazione, data a un qualsiasi Comune della Provincia di Chieti di mettere l’autovelox sulle proprie strade, equivale a scaricare su quel Comuni tutte le responsabilità che sono e restano delle Provincia, si va oltre ogni regola. È un’idea balzana e forse anche un po’ anticostituzionale. Quasi-quasi era meglio se vinceva il SI renziano al referendum, così, almeno per le Province, le cose oggi sarebbero più chiare. 

Poi, sempre in quel manifesto “pasqualotto”, avrebbero dovuto informare i Miglianichesi sulle iniziative che hanno assunto come consiglieri comunali del gruppo “Progetto Miglianico”: quali proposte hanno fatto in Consiglio Comunale per segnalare quella frana e per indicare una o più soluzioni, compresa quella di un documento consigliare per sollecitare la Provincia ad agire; quali votazioni li hanno visti favorevoli o contrari in materia di autovelox; cosa hanno fatto dei soldi dell’autovelox quando (s)governavano Miglianico e cosa è cambiato rispetto al loro modello iniziale, visto che l’autovelox a Miglianico lo hanno introdotto loro e fino ad oggi non lo hanno mai contestato. 

Prima che si avventurino in terreni sconosciuti, ricordino che, sull’autovelox, Viva Miglianico non ha mai cambiato idea.

Queste informazioni, queste iniziative serie, politicamente e amministrativamente doverose, sul manifesto dei “progettisti”, non ci sono.

Male. È male l’essere omissivi. È male non dire la verità delle cose successe prima di accusare gli altri quando si viene da un’esperienza di governo e non dalla sola opposizione.    

C’è poi dell’altro. C’è un’accusa generica all’attuale Amministrazione comunale a vantarsi di opere ereditate proprio da loro e fatte addirittura a rilento. Scrivono di opere clientelari fatte al posto di opere più importanti e ad altre cose, tutte senza una precisa descrizione che consenta a chi legge il manifesto di capire di cosa scrivono. 

Si tratta solo di fumo negli occhi: non viene citato neppure un esempio, neanche uno aggiustato a festa col fiocco.

Bugie? Provocazioni? Fesserie? 

Il Gruppo Consiliare di “Progetto Miglianico” dovrebbe presentare un documento alla discussione del Consiglio Comunale ed esporre tutti i fatti che nel manifesto non ha messo, così da poter accusare con circostanze certe l’Amministrazione comunale. La maggioranza, se potrà, risponderà, smentirà, controbatterà. Il Consiglio comunale è il luogo del confronto vero. Lì si devono misurare. 

Del resto, quando ci sono state le riunioni pubbliche con le quali il Sindaco, Fabio Adezio, ha informato i Cittadini sulle cose fatte e quelle da fare, loro non ci sono stati mai. E se ci son stati non hanno detto un'acca. Si sono sempre sottratti al confronto pubblico, anche quando sono stati direttamente invitati e perfino sfidati. Forse non sanno raccontare a tutti le cose che firmano dentro Palazzetto Martinelli?  

Il confronto in Consiglio comunale, il confronto pubblico è il solo modo per verificare e sapere se bugiardi, provocatori, fessi sono gli attuali amministratori comunali o se bugiardi, provocatori, fessi sono gli autori del manifesto firmato “Progetto Miglianico. Ah, ricordiamoci che la colpa è di chi firma i testi. Dire che hanno un cervellone o, per converso, uno scribacchino che azzarda o inventa o gonfia le cose pubblicate non toglie un briciolo di merito o di colpa a chi firma il manifesto.

Aspettiamo questo confronto così tutti potremo avere le idee più chiare.

Sapere cosa ne pensano i Consiglieri di “Progetto Miglianico” sulle opere realizzate, su quelle appaltate, su quelle non realizzate, sui costi della raccolta dei rifiuti soldi urbani, sui debiti pregressi e su quelli attuali, sui rapporti con gli enti territoriali, sulla vicenda dell’Accademia musicale e, perché no, sul nuovo Municipio, sul cosiddetto Castello e sulla sua destinazione immaginata e realizzabile ai loro tempi o anche oggi, ma anche sui costi della Sala Civica e della ripavimentazione del centro storico e, consentitemelo, anche sulle ipotesi ancora in piedi per capire qualcosa della drammatica pagina degli incendi sarà utile a tutti. 

E, forse, consentirà anche di fare un passo avanti verso un futuro più sereno e consapevole. 

Questo, almeno questo merito Progetto Miglianico, alla fine, potrebbe averlo. E lo riconoscerei molto volentieri.  

Ci spero, tanto. Per ora ci credo poco. 

      

                      

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