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Bravo Nando! Non occorre essere un eroe per meritare il Grazie della propria Comunità

Categoria: Notizie
Pubblicato Lunedì, 03 Aprile 2017 16:46
Scritto da Maurizio
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Una delle mode più stucchevoli che non mostra flessioni, anzi, sembra sempre sul punto di produrre fatti eclatanti è quella di dileggiare, screditare a volte anche insultare, in pubblico e in privato, i dipendenti pubblici. Lo spunto vero lo dà ogni notizia relativa ai cosiddetti “furbetti del cartellino”. Ma poi c’è tanta leggenda metropolitana, tanto chiacchierare senza mai fermarsi un attimo a pensare come stanno le cose. Una delle sintesi possibili e più vere è che nel pubblico e nel privato ci sono tanti lavoratori che ogni giorno fanno il proprio dovere. Nel pubblico e nel privato ci sono quelli, pochi, pochissimi, che rubano il tempo, lo stipendio, attrezzi e materiali. Di questi a volte ci accorgiamo quando sono pubblici dipendenti; a volte non ci accorgiamo perché nel privato non andiamo a curiosare forse perché non sin tratta di uffici al servizio diretto dei Cittadini. Ma rubare è sempre rubare. Fare il proprio dovere è sempre fare il proprio dovere. 

 

La premessa, che susciterà probabilmente reazioni immaginabili ma che non interessano un fico secco, serve per raccontare una storia vera, importante, bella e significativa. Sarà considerata piccola da alcuni, insignificante da chi si distrae facilmente davanti alla verità, diversa per chissà quali arcani retroscena da parte di chi pensa di aver capito sempre tutto prima che l’altro cominci a dire. 

Il fatto. Venerdì scorso, 31 marzo, come molti di noi ormai sanno, un accidente fortuito ha generato un incendio a ridosso dei capannoni che si trovano in centro urbano, lungo via Roma, all’altezza della filiale Carichieti. L’intervento dei Vigili del Fuoco, tempestivo e protrattosi per non poco tempo, ha spento l’incendio e messo in sicurezza l’area. Il pericolo scongiurato non è stato solo quello del normale propagarsi delle fiamme ma della possibile esplosione di contenitori e bombole utilizzati da una ditta specializzata che ha in locazione quella porzione dell’area interessata dall’incendio. 

Il capannone attiguo a quello sede dell’accidente, quello che sta proprio dietro la banca, è adibito a rimessa degli scuolabus comunali.   

Nel momento in cui le fiamme si stavano sprigionando con tutta la loro violenza e innescando il pericolo serissimo – in quel momento ignoto ai più - dei possibili e devastanti scoppi, scongiurati poi dai pompieri, la nuvola di fumo è stata notata da uno dei due autisti dei nostri scuolabus, l’Amico Nando Pulcinella, un giovanotto di 56 anni. "Per un caso ero in paese. Ho visto il fumo e ho pensato 'che sta a succedere?!' Sono arrivato di corsa, ho lasciato la macchina – mi ha raccontato - e sono corso dentro riuscendo a portar fuori i due scuolabus e anche il terzo, quello vecchio che non usiamo più". "Per fortuna abbiamo San Pantaleone – ha commentato - perché il vento spirava verso la montagna e non come oggi verso la rimessa degli scuolabus, altrimenti le cose non sarebbero andate così e ci sarebbero stati pericoli e danni non solo alla rimessa ma anche alle case". Non ho fatto in tempo a complimentarmi con lui che mi ha detto "S’ha da fa la Feste e Sante Pantalone!". Questo lo pensa e lo dice solo un vero Miglianichese.   

Se fossimo in una grande città o nel circuito mediatico delle tv o a ridosso di questioni drammatiche da prima pagina, si sarebbe scritto di atto eroico, di coraggio e di altro ancora. Per quel che so non si è scritto né raccontato nulla nei tg di questa particolare vicenda. Il mio Amico Nando non ha avuto il tempo di pensare a niente di tutto ciò. Lo ha fatto perché i pubblici dipendenti – a qualcuno sembrerà strano - oltre al posto fisso hanno un pensiero fisso, quotidiano, che diventa parte del proprio essere: il proprio lavoro. Istintivamente, direi naturalmente, Nando Pulcinella deve aver pensato che stava per andare a fuoco lo strumento del suo lavoro. Ha fatto il suo dovere, un po’ di più del suo dovere, senza timbrare il cartellino, senza chiedere lo straordinario, senza mettersi in malattia il giorno dopo. È stato bravo. 

Bravo Nando.  Bravo.

Nessuno si sarà accorto di questo piccolo gesto. Solo qualcuno stamattina, vedendo passare regolarmente i nostri scuolabus avrà pensato che non è stato un caso che lo ha reso possibile ma è stato il senso del dovere, la prontezza e la generosità di un nostro Concittadino, un semplice impiegato comunale. 

Forse e senza forse, Nando Pulcinella meriterebbe quello che una volta si chiamava “encomio solenne” da parte del Consiglio Comunale e del Sindaco. Chi fa un po’ di più del proprio dovere, anche rischiando, deve essere ringraziato. Non occorre essere un eroe, soprattutto un eroe morto, per meritare la giusta gratitudine. Nando, in questo caso, deve sentire che la sua Comunità è genuina, umana, capace di sentimenti veri, pronta nel dirgli GRAZIE così come lui è stato pronto e spassionato nel pensare a fare quel che poteva per la sua Comunità. 

Nando mi ha colpito molto e molto mi ha fatto riflettere con la sua riflessione spontanea e profonda "S’ha da fa’ la Feste a Sante Pantalone!". Lui evidentemente non è uno di quelli che il 27 di ogni mese festeggia egoisticamente “San Paganino”. 

Nando ha pensato che il 27 luglio bisogna ricordarsi di onorare, con una bella festa, San Pantaleone, il nostro grande Amico che, ancora una volta, ha protetto i Miglianichesi.