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La letterina del sabato 18 marzo

Care Amiche e Cari Amici,

tra le tante cose che andrebbero raccontate oggi scelgo solo quelle cariche di amore. Questo deluderà chi si alimenta di altro, ma un po’ di digiuno, anzi un radicale cambio dieta a loro farebbe proprio bene, cominciando dall’introdurre la sana abitudine di una mela al giorno.

Siamo alle porte della primavera, che si è fatta annunciare dai fiori di pesco e di mandorlo. Prima di entrare nella stagione del rigoglio che ridà vita alla natura, arriva la Festa del Papà.

 

Questa parola, la seconda allitterazione più bella del mondo dopo Mamma, racchiude nel nostro cuore emozioni difficili da descrivere. Consiglio ancora di fermarsi, per il minuto che serve, davanti a “Nuvole” e leggere la poesia dedicata al Papà che occupa l’intera vetrina. Poi basta dire una preghiera e, soprattutto, abbracciare il proprio Papà. I Papà sono personaggi un po’ particolari, trattengono a volte gesti di affetto e di dolcezza per i propri figli. Lo fanno non per mancanza di affetto ma per una sorta di ritrosia nel non volersi farsi scoprire troppo dolci. E sbagliano, come spesso capita ai maschietti. C’è un solo modo per far capire loro che possono abbandonarsi tranquillamente alle coccole, basta abbracciarli, forte, e dire loro “Ti voglio bene Papà”. Allora possiamo vedere rughe che spariscono, sorrisi che si aprono e quegli ammassi a volte goffi nelle tenerezze diventare morbidi e luminosi. Altre Feste sono caratterizzate da simboli forse troppo commerciali. La Festa del Papà dovrebbe essere il giorno dell’abbraccio. Un gesto semplice, che fa bene a chi si abbraccia e anche chi vede che c’è chi si abbraccia.

Amore verso il Padre è anche Amore verso il creato, opera mirabile del Padre celeste. Domenica ci sarà la grande pulizia straordinaria del fiume Foro. Le operazioni avranno inizio con il raduno di tutti i volontari alle ore 8,00, alla Chiesa della Madonna delle Piane in Contrada Cagialone. Il fiume è stato diviso in settori marcati da colori diversi e affidati a singoli gruppi composti dai cento Boy Scout dell’AGESCI, che verranno appositamente a Miglianico per unirsi con i nostri volontari radunati dal neonato Gruppo comunale di Protezione civile. Giovedì sera, nella Sala civica comunale, è stata fatta una riunione organizzativa e sono state raccolte le adesioni dei volontari presenti. Chi non c’era giovedì sera non resterà escluso, tutt’altro! Ognuno può dare una mano nella raccolta dei rifiuti, nel loro trasporto verso i centri di raccolta, nell’allestire il pranzo all’aperto o anche nel partecipare alla Santa Messa all’aperto, che verrà appositamente celebrata alle ore 12,30, sempre nell’area della Chiesetta della Madonna delle Piane. Poi ci sarà la festosa conviviale preparata ancora una volta grazie alla nostra Pro Loco. 

Care Amiche e Cari Amici,

in attesa di questo fine settimana colorato di fioriture primaverili e riscaldato di amore verso i nostri Papà (oh, anche i Nonni sono Papà, lo sono due volte), sono trascorse due date che per me hanno avuto un forte significato. 

Il 13 marzo, lunedì, l’Amico Remo Firmani ha tagliato gioiosamente il traguardo dei suoi primo 90 anni. Ringrazio Dio di poterlo festeggiare così e di non doverlo commemorare come è accaduto per altrui Amici che mi hanno dedicato tempo e attenzione, insegnandomi non poche cose. Remo era già un personaggio importante quando ero appena ragazzino. Non solo era stato già consigliere e assessore comunale, cosa che in Paese è più visibile, ma era da tempo un illuminato imprenditore agricolo ed un vignaiolo di primissimo piano, a livello provinciale e regionale. Trovavo il suo nome - quello della Cantina Firmani - ovunque c’erano intenditori di buon vino perché il Cerasuolo Firmani, per la sua qualità e anche per la novità che ha portato nell’enologia abruzzese, era già allora un vino leggendario. E nella leggenda è rimasto. Non pochi, in anni passati, hanno chiesto i miei buoni uffici per averne qualche bottiglia, cosa che si fa per le cose buone, molto buone. Quando una tradizione familiare viene esaltata da risultati leggendari che portano il nome di Miglianico ben oltre i propri confini, tutta la Comunità deve esser grata a chi di questa leggenda è protagonista. Purtroppo siamo abituati a esaltare chi non è di Miglianico e a dimenticare o a ignorare i meriti dei nostri Concittadini. Ma il mio Remo, se posso osare ritagliarne un pezzetto, è l’Amico che mi ha insegnato non poche cose. Mi ha insegnato coi fatti il rinnovamento della politica. Non volle mai ricandidarsi ma non abbandonò la militanza nella Democrazia Cristiana, senza però pretendere, come i notabili facevano a ogni livello, né di esser messo e mantenuto nei vari direttivi sezionali o provinciali né di segnalare chi mettere al suo posto in quei consessi o su poltrone, sedie e strapuntini di nomina politica. Aiutò chi era venuto dopo, senza dare ordini o quei consigli che sanno di imperativo. Quando fui eletto Segretario della Sezione “Alcide De Gasperi” della DC di Miglianico, nel marzo di trent’anni fa, ho continuato a trovarlo presente, pronto a dare un sostegno, un applauso tra la folla dei militanti, un suggerimento, un incoraggiamento arrivato sempre prima della critica, che pure tanto meritavo nell’affrontare il nuovo da inesperto e che, amichevolmente, non mi ha mai nascosto, presentandola però direttamente e non alimentando le chiacchiere che rumoreggiano alle spalle. Mentre altri predicavano a parole il rinnovamento allora di moda, soprattutto nella DC di Zaccagnini, Remo Firmani lo ha semplicemente testimoniato con l’esempio personale. Ma quello che ho più ammirato e ancora ammiro è il Remo Firmani Papà di Doriana, di Sandra e di Simonetta. Orgoglioso, giustamente, delle sue splendide e brave figliole ma senza mai trasfondere nelle parole quella gioia che aveva negli occhi quando si parlava o parlava di loro; un Papà sempre pronto, attento con un amore senza sdolcinature, di una disponibilità che, a volte, mi stupiva letteralmente per la frequenza paziente e puntuale dei “viaggi” dalla casa di Montupoli in Paese, in particolare nelle tante sere della primavera del 1980, tante quante furono le prove del nostro Recital. Senza volerlo, forse, mi ha insegnato tanto per quella che è stata la mia avventura di Papà. Sono momenti molto belli che non dimentico. Ho sempre pensato, anzi, ho sentito che, in fondo, i Papà degli Amici sono anche un po’ i nostri Papà e anche da loro, oltre che dal mio Papà, ho imparato non poco. Questo piccolo ricordo è il sempreverde col quale posso oggi avvolgere i fiori per comporre i gioiosi auguri che, da qui, faccio col cuore a Remo Firmani, un grande Miglianichese.

Mesta e piena di silenziosa commozione è stata invece la ricorrenza del 16 marzo, anniversario della strage di via Fani e del rapimento di Aldo Moro, primo di quei 55 giorni che cambiarono l’Italia. Quel 16 marzo è ovviamente rimasto impresso nella mente di molti. Stavo andando a L’Aquila con mio Fratello Guglielmo. La notizia la sentimmo alla radio all’altezza dell’incrocio per Ofena. Sbrigammo rapidamente l’impegno aquilano e, sulla via del ritorno venimmo fermati almeno una decina di volte dalle varie pattuglie delle Forze dell’Ordine poste praticamente a tutti gli incroci. Cominciò così per me quel travaglio che non posso cancellare: i morti di via Fani tra i quali il maresciallo Leonardi, che avevo visto passeggiare con Moro nello Stadio dei Marmi anni prima, le confuse dirette televisive, il crescere di un’angoscia appena mitigata dal forte senso di responsabilità delle Camere nel dare la fiducia al Governo Andreotti, il clima di coesione che avvolse anche i partiti a Miglianico. E poi, lo stillicidio di quei giorni tragici e del mistero che resta ancora tale.

Anche nella memoria c’è amore, ma non sempre la memoria riesce a consolarlo. 

Buona Domenica.                    

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