Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

La letterina del sabato 4 febbraio

Care Amiche e Cari Amici di Viva Miglianico,

un passo indietro e uno in avanti hanno caratterizzato la vita politica locale.

Iniziamo dalle cose buone, che meritano l’apertura, come si dice in gergo giornalistico. Il Sindaco ha annunciato la riunione per la costituzione del Gruppo di Protezione Civile. Si terrà il 16 febbraio prossimo, alle ore 21,00, presso la Sala civica comunale. Ora il tempo delle chiacchiere è finito. In realtà le chiacchiere sono già finite sotto la neve e sono state già oscurate dai black-out dei giorni scorsi. Si tratta di passare ai fatti, ai fatti positivi, alla presenza di chi vuol dare una mano, mettendosi a disposizione, mettendo a disposizione le proprie competenze, il proprio tempo, soprattutto la propria buona volontà, per dar qualità e forza a un gruppo operativo capace di intervenire nelle diverse occasioni di emergenza e anche in altre dove non c’è allarme ma c’è da far qualcosa. È importante esser presenti alla riunione del 16 febbraio. È importante coinvolgere chi non sa o fa finta di non sapere.

È importantissimo pensare che non si tratta di far qualcosa per la maggioranza o contro le minoranze consiliari ma per la totalità dei Miglianichesi, per tutto il nostro territorio, per tutta Miglianico. Occorreranno coesione, generosità, buona volontà e un grande e moderno senso civico. 

Un piccolo passo indietro, invece, lo abbiamo registrato il 30 gennaio scorso, in occasione del Consiglio Comunale svoltosi quel pomeriggio. Si è rivisto un giochetto da prima repubblica. All’ordine del giorno c’era la elezione del nuovo Presidente del Consiglio Comunale conseguente alle dimissioni date nel dicembre scorso dall’Amico Massimo Sulpizio con una una comunicazione di altissimo profilo istituzionale, di profondo sentire civico e di struggente senso di appartenenza, meritevole quindi di attenta e commossa lettura (clicca qui per leggerla). Il candidato designato, il giovane e brillante Amico, dott. Antonio Mattioli, non è stato eletto alla prima sessione di votazioni perché non ha raggiunto i previsti 2/3 dei voti. La spiegazione è semplice. Il Gruppo di maggioranza, quello di “Miglianico Cambia”, ha perso, come si sa, nei mesi scorsi un suo consigliere, Antonio Di Sipio. Era assente per seri motivi il consigliere di maggioranza, Federico Masciulli. Per raggiungere il quorum di 10 voti, agli otto della maggioranza servivano altri due voti. In aula risultavano assenti: Catia Mattioli di “Progetto Miglianico” e Tino De Marco del M5S. Mi risulta che i due voti necessari per il quorum siano stati chiesti al consigliere Di Sipio e al gruppo di minoranza del M5S. Da quel che so non c’è stato diniego. Le carte non riportano dichiarazioni di voto contrarie all’unico candidato né proposte alternative da parte delle minoranze. Qui comincia il giochetto da prima repubblica. Il consigliere Papponetti del gruppo di minoranza “Progetto Miglianico”, appena designato tra gli scrutatori della votazione a scrutinio segreto, alle 19,35, mentre si sta per votare, abbandona i lavori. Si procede alla votazione e il candidato della maggioranza ottiene 9 voti. Uno ne ottiene il consigliere Di Sipio. Il quorum non è stato raggiunto. Il fatto strano è che il consigliere Di Sipio, per quel che mi risulta, ha effettivamente votato per Antonio Mattioli. Resta il fin troppo evidente dubbio sul capogruppo dei cinque stelle, dott. Carlo Di Federico, di aver fatto mancare il decimo voto al candidato Mattioli. Il consigliere Di Federico è persona seria e deve aver avuto una qualche ragione, solo che non l’ha espressa a verbale. Quale è stato il suo intento fino ad ora non è dato sapere. Il giochetto da prima repubblica, infatti, non ha comportato nessuna conseguenza se non la ripetizione del consiglio comunale il prossimo 9 febbraio quando per l’elezione del Presidente del Consiglio non occorrerà più il quorum dei 2/3. Nella prima repubblica, quella dei partiti opulenti e della politica sprecona, questi giochetti servivano ad agitare polemiche contro gli avversari. Ora, in tempi di crisi e di crescenti problemi, servono solo a perder tempo. 

A margine di questo siparietto va notato che da settimane le opposizioni consiliari tacciono. Il M5S non ha fatto mai clamore fuori dell’aula consiliare, impegnandosi invece nelle attività di commissione e del consiglio con proposte e controproposte. “Progetto Miglianico” invece ha rimosso le tracce di sé dalla bacheca di palazzetto Martinelli e ha fermato il suo profilo Facebook all’ultimo manifesto del 2016, quello degli auguri. Stanno tirando il fiato per la volata verso le prossime elezioni o sta succedendo altro?              

La rotazione che dava alla testa…

A proposito di dimissioni, val la pena segnalare, invece, un deciso passo in avanti, dovuto al nuovo modo di interpretare la politica locale da parte di “Miglianico Cambia”. A metà consiliatura è stata attuata una rotazione degli assessori concordata sin dall’inizio all’interno di quel gruppo. Agli assessori Danilo D’Aversa e Mimmo Cicchitti sono subentrati i consiglieri Luca Di Clerico e Antonio Palombaro. È utile leggere le lettere con le quali i due Amici dimissionari hanno motivato e commentato la loro decisione (clicca qui per leggerle entrambe). Insieme a quella dell’ex-presidente Massimo Sulpizio, esse andrebbero mese nei libri di testo delle scuole, non per lo stile letterario o per i riferimenti alla dottrina giuridica o a qualche ideologia, ma per la capacità di testimoniare il senso delle istituzioni, il senso civico e lo spirito di gruppo di cui i giovani son capaci in questi casi.

Perché dico che si tratta di un passo in avanti. Perché prima non era, non è stato così. Ho sentito racconti, ormai dai contorni indefiniti nella memoria, delle “lotte” che si andavo svolgendo nei quinquenni amministrativi del dopoguerra, all’atto delle scelte degli assessori che non venivano nominati ma andavano votati in consiglio, quindi con lo strascico dei riscontri tra i voti possibili e quelli ottenuti. Ho memoria più definita di alcuni episodi accaduti negli anni un po’ più vicini. La vicenda del defenestramento del prof. Scotti, primo sindaco comunista di Miglianico, durato in carica un annetto, fu quantomeno turbinosa. Ci furono alcuni piccoli infortuni nelle votazioni di qualche assessore all’alba del secondo mandato di Sindaco dell’Amico Mario Amicone. Ricordo fin troppo bene il tempestoso evento della rotazione avvenuta non proprio puntualmente a metà del primo mandato di sindaco dell’Amico Dino De Marco. Promessa nel 2004 per sistemare gli equilibri interni sul nascere della lista, allora a marchio UDC, la rotazione divenne il tormentone di quel primo tratto di consiliatura: c’era chi la ricordava per segnalare la voglia di entrare in giunta e chi la invocava per esorcizzare la sua uscita dall’esecutivo comunale. Si arrivò alla notte fatidica e fu un dramma; fu vissuto con rabbia, delusione o signorile accettazione dal lato dei sostituiti e con poca soddisfazione dal lato nei neo nominati vista la piega presa dalla vicenda. Volarono parole grosse, urla di recriminazione, alternate a frasi cupe di vittimismo e di ermetica accettazione. Il sindaco De Marco, che mi aveva chiesto "toglimi questa zavorra e ripartiamo a razzo", non si comportò da leader: segnò una differenza tra toccabili e intoccabili che fu dura scardinare. Provò a scaricare il malcontento degli esclusi su Amicone e sul Segretario della sezione UDC, mentre cercò di assumere il merito per le nuove nomine quasi fosse stata una sua impresa. Il rapporto già difficile che quasi tutto il gruppo consiliare aveva con lui si incrinò definitivamente. Il resto è storia già raccontata.

Ecco perché, conservando questi e altri ricordi, devo dire che anche in questo delicato passaggio il gruppo di Miglianico Cambia ha dimostrato di valere il nome che porta. Son stati più bravi di tutti gli altri dei trascorsi settant’anni di amministrazione comunale.       

Lavori al parco giochi, ma…. 

Curiosando nell’albo pretorio on-line del nostro Comune ho scoperto che è stata progettata e appaltata la risistemazione del parco giochi attiguo al palazzo della scuola media. L’intervento è di circa 40.000,00€ e ha tra i principali aspetti la demolizione di quella inutile piazzola di cemento e acciaio e un più agevole accesso sul lato della Sala civica, a fianco della Biblioteca comunale, che sarà a gradoni, cioè capace di consentire un passaggio più agevole e sicuro rispetto a quello che oggi serve il parco giochi sul lato di via Ettore Paolini. Maxima debetur puero reverentia: qualunque opera per i nostri piccoli è un’opera buona. Vorrei solo segnalare che se poi il parco rimane aperto e possono entrarci ragazzi cresciutelli e poco educati con motorini e mountain-bike, capaci solo di rompere i giochi e devastare il resto, questi lavori non saranno poi serviti a niente. Il parco va chiuso e vigilato; va video-sorvegliato e affidato alla cura quotidiana degli adulti che, accompagnando e seguendo i propri piccoli, sappiano anche tutelare un bene prezioso segnalando guasti e contribuendo a evitarli vigilando sul comportamento di eventuali maleducati.

Due storie molto belle.

L’augurio di una buona domenica e di ogni bene per Voi e i Vostri cari lo voglio affidare a due belle notizie (ogni tanto se ne trovano) lette nei giorni scorsi sul sito di un importante quotidiano nazionale.

La prima è la vicenda di due vescovi che il papa ha potuto incontrare dopo un’esperienza pastorale difficilissima. Papa Francesco ha ammesso di aver provato “vergogna” davanti a quei due pastori capaci di tanto coraggiosa fede. (clicca qui per leggere l’articolo).

La seconda notizia è una di quelle piccole storie quotidiane che hanno eroi semplici. Le une e gli altri restano quasi sempre sconosciute, perché preferiamo la morbosità di falsi eroi o perché davanti a storie vere non ci lasciamo coinvolgere relegandole tra le cose retoriche. Questa è una storia dove l’amore vince. Non è un trionfo gioioso, colorato di sorrisi, ricco di ricompense materiali. È un episodio dove l’amore alimenta una forza tenace, quasi sovrumana, capace di portare consolazione nell’ambito di una piccola famiglia che vive in una zona alquanto vicino a noi, ma colpita più direttamente dal terremoto e coperta più pesantemente dalla neve. (clicca qui per leggere l’articolo).

 

Buona Domenica.            

Joomla templates by a4joomla