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Foto anni ’30 e pensieri di oggi

 

Il 28 ottobre è una ricorrenza che, fortunatamente, non si festeggia più. È l’anniversario della Marcia su Roma, evento del 1922 che veniva ricordato in passato come l’avvio dell’era fascista. Di fatti, il giorno dopo, il 29 ottobre 1922, il Re, che aveva rifiutato di firmare lo stato d’assedio che avrebbe consentito all’esercito di fermare le colonne fasciste, diede al comm. Benito Mussolini l'incarico di formare il nuovo governo, cui, qualche settimana dopo, fu affidato dal Parlamento l’incarico specifico di ristabilire l’ordine. Fu fatto. Sappiamo come andò a finire.

Non sappiamo molto della eventuale partecipazione di nostri Concittadini a quegli eventi dell’ottobre 1922. Ciascuno avrà avuto in ambito familiare racconti particolari su quelle vicende. Non è questo l’argomento di oggi.
La ricorrenza è solo lo spunto per presentare queste due immagini che descrivono un raduno fascista degli anni ’30 nella nostra piazza. Da quel che si vede, la massa delle persone in posa è costituita da Figli della lupa e Giovani avanguardisti, con alle spalle i gerarchi e i maggiorenti del tempo. Le foto non sono nitide. Gli originali son di piccolo formato (11,3 x 6,7 cm) e, probabilmente, il fotografo era un militante del fascismo e non della fotografia di qualità. Comunque, grazie a lui e a chi ha avuto in consegna queste due immagini, abbiamo un ricordo fotografico di quel tempo. Questa traccia si trova in “Documenti fotografici dei paesi della Provincia di Chieti negli anni ‘30”, un interessante volume edito dal mio Amico, Peppino Tinari, che me ne fece dono qualche anno fa con una simpatica dedica.
Nel guardare queste piccole foto feci allora qualche considerazione che ritrovo ancora attuale.

La prima è quella su certi sviluppi che la storia dei popoli presenta in ogni epoca, relativamente alle posizioni assunte e dismesse in occasione dei successivi mutamenti di potere: sarebbe interessante poter riconoscere quei volti e sapere cosa ne fu in seguito della loro fede fascista. Un’altra riflessione riguarda l’assetto della nostra piazza col suo Municipio. Ogni immagine scattata prima del 1970 ci ricorda che il non averla lasciata nella sua situazione iniziale, quella di fine ‘800 inizi ‘900, con uno spazio libero da ingombri davanti al Municipio, è stato il vero errore, compiuto nel dopoguerra repubblicano e democratico, con più mani di colore, che è all’origine di visioni distorte che ancora oggi consentono certe prese di posizione, alcune semplicemente naif, altre discutibilmente interessate.
Vi è poi un’ultima considerazione che pesco tra le altre non degne forse di nota, ed è quella che c’è una tristezza nel dover vedere come un regime omologhi le persone che si mettono una divisa e si fanno anche fotografare. Oggi, verrebbe da dire che per fortuna non è più così. Certamente non c’è un regime politico oppressivo e illiberale che ci mette la divisa. Ma non mancano purtroppo poteri diversi che confezionano non le mode degli abiti ma abitudini e modi di pensare, i quali si impongono perché stimolano la nostra pigrizia democratica che ci fa tenere inattiva la volontà di partecipare, di capire le cose, di esprimere pareri e di votare. Forse riesce anche a illuderci che "likeare" o mettere emoticon su messaggi che sono solo spot vuoti di contenuto sia il presente e il futuro della moderna democrazia.

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