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L’odioso autovelox…non fotografa chi corre sul venticello della demagogia

Solitamente fa piacere scoprire di non essere più soli o solo in compagnia di pochissimi a sostenere una tesi o a propugnare un’idea, un progetto. In certi casi, invece, può dare amarezza avere un sostegno per il ritardo con cui ciò avviene, cioè nel tempo dell’irrimediabilità. In certi altri casi, infine, non fa proprio piacere avere certi sostegni o esser raggiunti da singoli, gruppi o anche folle, perché si scopre che la condivisione è strumentale, è distorta a fini non commendevoli.
Tra questi ultimi casi c’è quello dell’autovelox.
Fummo i primi su “Viva Miglianico” a contestarne l’introduzione e l’uso.

 

Pubblicammo una nota, redatta da me il 21 giugno 2013 (clicca qui per rileggerla). Allora, si era alla sola fase di ideazione da parte dell’Amministrazione comunale. Fu la conseguenza di un distorto accoglimento della raccolta di firme, promossa dagli Amici del “M5S” di Miglianico, finalizzata a segnalare i pericoli derivanti dal traffico sulla Strada Provinciale che attraversa la Contrada Piane San Pantaleone e a ottenere decisioni per la sua messa in sicurezza, soprattutto a tutela dei Concittadini colà residenti. Era l’epoca dello scolorante multicolor-group di “Progetto Miglianico”, guidato dal dr. Dino De Marco che amministrava (male-senza mela). Tornai alla carica il 15 gennaio del 2014 (clicca qui per leggere nuovamente il pezzo).
Chi commentò quelle note? Chi reagì o replicò?
Nessuno. Nessuno proprio no. Chi, secondo Voi, Care Amiche e Cari Amici di Viva Miglianico commentò? Ovviamente il dott. Antonio Cermignani, il callidissimo presidiatore di social e campione del salto triplo delle liste, che stava lasciando, o aveva appena lasciato, il “M5S” di Miglianico, brigava con i fautori della lista-mai-nata e passò poi a collocarsi nella lista di “Progetto Miglianico”, ergendosi come garante dei voti chiesti a certi Amici miei che, in quel frangente, rischiarono di perdere il senso della vergona. Il nostro prode, commentando la prima nota di “Viva Miglianico”, pontificò: "La sicurezza non ha colori".
Sul fronte avverso restò solo, coerentemente e sinceramente solo, il compianto Fernando Ferrara, all’epoca vice-sindaco, il quale, con orgoglio, rivendicava la paternità della scelta degli autovelox e la loro utilità strategica in occasione di tutte le nostre conversazioni, sempre cordiali ed educate, anche quando erano motivate da scontro frontale sul piano amministrativo. Ad onore del vero gli va riconosciuto ancora - e lo faccio molto ma molto volentieri - che rimase coerente anche dopo il maggio 2014, fino all’ultima discussione in piazza, quando, in piazza, continuò a difendere quella scelta e si offrì di appoggiare il nuovo Sindaco, Fabio Adezio, nel sostenerla e tutelarla in ogni sede e contro chiunque.
Poi la nostra beata solitudine s’è affollata di parole demagogiche.
È cambiata un’epoca nel frattempo. “Miglianico cambia” ha vinto le elezioni nel maggio del 2014. È arrivata la nuova Amministrazione Comunale che ha deciso di mantenere l’autovelox ma che ha una ben diversa sincerità nel giustificarne l’utilizzo per gli sviluppi che esso potrà avere a beneficio dei Miglianichesi.
Non ho cambiato idea, nonostante questa sincerità lontana, molto lontana da quella del quinquennio precedente che veleggiava spesso agli antipodi della verità.
Ma, ecco, appunto, che arrivano improvvisamente i commenti di chi prima, nei cinque anni tra il 2009 e il 2014, aveva perso la parola sui temi amministrativi locali. Chi? Il buon Nicola Mincone il più longevo occupatore di poltrone pubbliche tra i nostri Concittadini. I miei Amici frequentatori di Facebook mi segnalano che è diventato il paladino, il capopopolo dei nemici dell’autovelox di Miglianico. Non disse nulla (e con lui neppure uno di quei nemici giurati dell’autovelox), proprio nulla allora, in quel frangente e in quei cinque anni, e non solo su questa scelta amministrativa del Sindaco De Marco. Si accorge poi improvvisamente dell’autovelox e dei problemi che porta, insieme alle sue proprie soluzioni dissuasorie, quando cambia l’Amministrazione comunale, come se l’autovelox fosse stato introdotto nell’autunno scorso. Non solo. Dimentica, non dice tutto.
Scrive di essere stato sempre contro. Potrebbe anche dire tranquillamente di aver cambiato idea. L’indimenticato dott. Prof. Lucio Zannolli diceva che solo gli imbecilli non cambiano mai idea. Ma non ci addentriamo in questo campo, troppo vasto…Voglio credere al buon Nicola quando afferma di esser stato sempre contro l’autovelox; spero proprio che sia così. Mi potrebbe far molto piacere. Ma deve aiutare me e i pochi che già nel 2013 erano su quelle posizioni - quelle di allora uguali a quelle di oggi - portando prove concrete.
Nel 2013, quando la “non-premiata-ditta-Dino De Marco & Co.” pensò a all’autovelox, Nicola Mincone era un sedicente amico e sostenitore del Gruppo di Minoranza di “VivaMiglianicoViva” (consiglieri gli Amici Marco Almonti, Gianleo D’Ercole, Amedeo Santalucia e Federico Anzellotti, ndr., più qualcuno, ad aiutarli..). Ma non disse nulla. Il buon Nicola era il nostro (votato anche da me, ndr.) Consigliere Provinciale, anche se poi con qualche cambio di casacca non annunciato e quindi non condiviso. L’autovelox di Miglianico, ovviamente, si sapeva che sarebbe stato posizionato sulle Strade provinciali. Avrà certamente agito, fatto proposte, pressioni o altro per evitare che la diabolica macchinetta fosse adottata e messa in opera proprio sulle Strade provinciali che attraversano il nostro bel territorio comunale che lui rappresentava, o, quantomeno, avrà fatto tutto il possibile per far modificare i limiti di velocità che è la Provincia a imporre sulle sue strade e non il Sindaco. Era “contrario da sempre”. Se qualcosa contro l’autovelox a Miglianico non lo fece lui chi avrebbe mai potuto farlo? Non avendo fatto poi molto altro a Palazzo dell’Emiciclo, avrà poi sicuramente prodotto interrogazioni e mozioni quando è stato il nostro (votato anche da me, ndr.) Consigliere regionale (ancora con qualche cambio di casacca in corsa) per far si che ci fosse una moratoria o una qualche decisione affinché i Cittadini non fossero fotografati e sanzionati dalla odiata macchinetta sulle strade Miglianichesi. Lo avrà fatto sicuramente proprio lui che è stato sempre contrario all’autovelox, lo afferma, bisogna credergli. Ma non ha prodotto queste né altre prove della sua contrarietà ab ovo. E poi non dice neanche altro di più preciso, quando, ad esempio, si mostra amareggiato perché "avevamo sperato in un ravvedimento di chi dispone". Il ravvedimento è del reo, del colpevole, casomai del peccatore. Chi è questo soggetto che deve ravvedersi? Il "chi dispone", il buon Nicola lo sa chi è?
Non si può dire tutto quando occorre far facile demagogia. La demagogia non spiega tutta la verità, sennò non può dare i suoi effimeri frutti, i “mi piace”, qualche strampalato commento tra gli altri sensati, qualche stretta di mano in qualche bar da parte di chi non ama il rispetto delle regole per sé ma lo pretende dagli altri.
C’è, infine, una riflessione non marginale da mettere accanto a questa vicenda che ruota simpaticamente attorno alla tardiva avversione e al demagogico accanimento del buon Nicola Mincone contro l’autovelox attivo sul territorio di Miglianico.
Non era passata neanche una luna dall’insediamento della nuova Amministrazione Comunale e lui o chi per lui ha cominciato a suonare tamburi di guerra. Lui o chi per lui ha organizzato la prima di una serie di riunioni di un gruppo eterogeneo. Qualcuno, coloritamente, lo ha battezzato “Il club degli incazzati”. In esso s’è operato (e si opera), convocando e provando ad ammansire Amici moderati e non, alcuni dei quali, forse, il senso della vergogna non lo hanno poi ritrovato. M’hanno chiesto: perché quella protesta è partita così presto, quando non era ancora neppure iniziata l’attività della nuova Amministrazione comunale? Erano sostenitori delusi e frustrati quelli che si scoprivano “in…”, contrariati così presto? O erano - sono - doppiogiochisti che hanno finto di appoggiare chi meritava veramente il loro appoggio e avrebbe dovuto averlo per tanti motivi morali e politici, ma poi, avendo votato e fatto votare in modo diverso, si son sentiti davvero frustrati nell’ambizione avendo perso insieme a quelli di “Progetto Miglianico”? Oppure erano sensibilissimi e scaltri soggetti che, sin dalle prime battute, hanno capito che non c’erano briglie di comando remoto da tenere a piacimento per cinque lunghi anni? Le risposte che non ho saputo dare stanno arrivano a mano a mano che gli eventi si svolgono.
Comunque, se tutto questo “anti”, se tutto questo “in…cavolamento” ha prodotto solo la battaglia contro l’autovelox, forse su quei colli ombreggiati da baffi brizzolati c’è poco da dire. O forse c’è tanto da dire, ma ci si sta limitando a metter in campo un po’ di scialba demagogia e nessuna proposta per cercare di trovare adepti al nuovo piano di riconquista del Comune da parte di noti e interessati nostalgici.
Peccato che l’autovelox qualcosa di buono non possa poi fare, non possa cioè fotografare chi corre sui venticelli della demagogia.
Ne verrebbero fuori dei bei quadretti.

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