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Il pellegrinaggio di San Pantaleone alle Piane

Categoria: Notizie
Pubblicato Domenica, 21 Ottobre 2012 11:49
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L’emozione non cammina più su ciottoli polverosi e sulla terra battuta di antiche strade di campagna ma non probabilmente non muta d’intensità.

La Comunità Parrocchiale di Miglianico, all’inizio di questo millennio, ha ripreso la tradizione della solenne traslazione del simulacro di San Pantaleone dalla Chiesa di San Michele Arcangelo, posta sul colle più alto di Miglianico, giù lungo la via che esso percorse all’inverso in cerca di degna sede, dopo la distruzione dell’originaria sistemazione nella striscia di fertilissima terra che è accarezzata dal Foro e chiusa dai ripidi crinali dei colli ortonesi che vanno verso il mare, in quella Contrada denominata non a caso Piane San Pantaleone. L’attuale chiesetta non porta traccia delle antiche presenze né ricalca precedenti siti, ma la devozione popolare, la disponibilità degli abitanti e la tenacia di don Vincenzo Pizzica, di venerata memoria, l’hanno fatta sorgere vicino alla fornace ove fu celata la statua durante l’invasione turca che devastò coste e valli della nostra zone a metà del XVI secolo.

 

Proprio la bella certezza di questo albergo, capace di accogliere la statua pellegrina, ha consentito di riprendere la tradizione, di accogliere le richieste dei fedeli e, quindi, di incardinare ogni cinque anni nel calendario parrocchiale la processione di San Pantalone alle Piane.

Il giorno 10 agosto, festa di San Lorenzo, dopo la celebrazione della Santa Messa vespertina nel Santuario di Miglianico, presieduta dal Parroco, don Amerigo Carugno, il corteo, guidato dalla Confraternita, ha percorso l’antica strada che scende verso le Piane. La processione che ha accompagnato nel primo tratto la statua, sistemata molto appropriatamente su un automezzo appositamente ben preparato, è sfilata davanti ai luoghi che molti tra i più giovani forse neanche conoscono, poiché li hanno sempre attraversati con la velocità dei mezzi a motore che rende cieca l’attenzione per i particolari: “Borgo Forno”, la “Fonte di Sucone”, l’area pedecollinare dove c’era “Lu ponte de lu rise”, la località “Stella” e poi “Ionne”. Sono stati quelli tanti piccoli passi, ritmati dalla preghiera, dai canti e da numerosissimi spari di botti e fuochi d’artificio che a tanti tanto erano mancati due settimane prima.

La devozione dei fedeli di Piane San Pantaleone ha chiesto di poter offrire al Santo l’omaggio del trasporto a spalla, non facile viste le delicate condizioni statiche della statua. Da sotto al ponte autostradale, che da quasi mezzo secolo taglia e domina la bassa Val di Foro, il “Santo”, come lo chiama Gabriele d’Annunzio nella sua novella, ha ritrovato il suo antico andare col passo caracollante dei portatori. Mentre il tramonto scosso da nuovi e crescenti botti pirotecnici avvolgeva il corteo c’è stato l’arrivo alla Chiesetta delle Piane, appena tinteggiata all’interno, già preparata a festa e risonante dell’inno a San Pantaleone.

E’ iniziato così l’omaggio dei fedeli, durato tutto il giorno successivo, con la celebrazione delle Sante Messe, la recita dei rosari, delle lodi e dei vespri. L’area tutt’intorno è stata riempita di festa popolare e le case della popolosa e vivace contrada, com’è tradizione, si sono aperte all’ospitalità per parenti e amici in allegra convivialità.

Il successivo 12 agosto, la domenica mattina, il corteo si è riorganizzato in una lunga teoria di auto per risalire il colle cittadino, passando per “Sconchiglio” – una sorta ricca di commozione - verso le pendenze più dolci della strada provinciale che viene da Tollo, ma sempre con nuove e più fragorose testimonianze pirotecniche, segno dell’antica venerazione da parte di tanti Miglianichesi.

La statua è stata riabbracciata da Confratelli e devoti in via Martiri Zannolli, per esser portata di nuovo a spalla fino in Chiesa, dove il lungo pellegrinaggio si è chiuso con la Santa Messa mattutina e con l’arrivederci al prossimo appuntamento, ormai tradizionalmente fissato tra cinque anni.

Lungo la via dell’andare e del venire San Pantaleone, attraverso l’omaggio alla sua immagine tanto cara ai Miglianichesi, ha incontrato lacrime di dolore che chiedevano di tramutarsi in luce di speranza, ha ascoltato implorazioni di genitori e di figli, ha incrociato silenziosi occhi in cerca dell’antico amico creduto perso, ha intravisto scombinati segni di croce, ha udito tra i tanti botti d’artificio anche lo sbuffare infastidito di chi ha atteso in macchina lungo la strada impegnata dalla processione. Il sorriso sereno del paradiso, che s’intuisce appena nel volto immobile della statua, ha avuto un raggio di luce per tutti. Non poteva che essere così. Non è la riproposizione di un antico ma vuoto folclore quello avviato nel nuovo millennio dalla nostra Comunità Parrocchiale ma un segno vivo di venerazione e di amicizia tra San Pantalone e i Miglianichesi.

(pubblicato sul bollettino parrocchiale "Tralci")

[Foto Luca Vincenzo Di Clerico, con permesso]