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Appunti per una piccola storia locale. Diciannovesima puntata

Categoria: Il dimenticatoio
Pubblicato Mercoledì, 17 Giugno 2015 14:52
Scritto da Maurizio
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Raccontata la vicenda della candidatura, potrebbe essere utile anche ripercorrere le cause che portarono a quello sfortunato e/o meritato risultato elettorale, cioè raccontare e analizzare lo svolgersi della campagna elettorale del 2009.

La vicenda meriterebbe - e chissà, forse l’avrà - una paginetta o due per narrare non tutta la sua storia, ma solo qualche aspetto e alcune vicende particolari di quella campagna elettorale, piena di equivoci, malintesi, diffidenze, recriminazioni, personalismi e indecisioni che si andarono sviluppando sotto lo sguardo delle sfingi e del loro enigmatico sorriso.

Così terminava la serie degli “Appunti per una piccola storia locale” pubblicati qualche tempo fa su Viva Miglianico.

La promessa, o meglio, quel piccolo annuncio non è stato messo lì tanto per chiudere il racconto in un qualche modo. Il tempo allora disponibile, i tempi che si presentavano e certe pieghe simpatiche che forse confesserò più avanti mi portarono a scrivere la parola fine.

Ma il pensiero è sempre rimasto a quella narrazione non ultimata, a quelle pagine - una o due, si diceva, ma forse anche qualcuna in più - già ben presenti allora ma non trasferite nella digitazione della quiete notturna.

Il tempo rende sempre più lontani quegli eventi. Le cose accadute sul piano amministrativo hanno segnato già una interposizione ancor più netta, collocando la novità che si va svolgendo da maggio 2014 ad oggi, a una distanza ben più ampia degli oltre settanta mesi trascorsi sul calendario dal giugno del 2009.

Care Amiche e Cari Amici di Viva Miglianico, ora ho modo di scrivere una specie di appendice a quegli “appunti”, mantenendo però la numerazione progressiva. Proverò a trascrivere le pagine come se il tempo non avesse messo questa pausa. Nel leggerle, non mettetele in transluce con le vicende più recenti ma provate a rimanere sul filo di quella narrazione.

 

La situazione all’avvio della campagne elettorale delle comunali del 2009 era dunque questa per quanto riguarda la lista civica “Viva Miglianico Viva”. Tutta la vicenda narrata parla del percorso fatto dal gruppo che faceva riferimento al dott. Mario Amicone e alla più solida eredità della DC locale, per individuare il candidato sindaco.

Era quasi ufficiale, a quel punto, che l’avversario sarebbe stato il dr. Dino De Marco. Divenne ufficiale subito dopo. Secondo alcuni, anche il dr. De Marco aveva avuto più di una perplessità legata alla possibilità di avere come sfidante non la maestra Emilia Baldassarre ma altra persona del gruppo dal quale si era staccato non avendo voluto mantenere fede alla parola data. Insomma, sempre secondo questi operatori dell’intelligence locale, una candidatura dell’avv. Carlo Biasone o, forse, dell’ing. Pino Timperio o, certamente, dell’altro dioscuro, Nicola Mincone, lo avrebbe consigliato a rinunciare, ripassando la palla ad un esponente della sinistra locale, che avrebbe così fatto la solita lista destinata a perdere. Queste ipotesi non hanno mai avuto riscontri. La scelta del dr. Dino De Marco, come poi lui stesso confermò in uno dei primi comizi di quella stagione elettorale, era stata già fatta durante l’inverno precedente: lui si sarebbe ricandidato a sindaco. Avrebbe preferito ricongiungersi col suo vecchio gruppo, ma stava già lavorando ad una soluzione personale.

- inciso - Personalmente non ho mai creduto, neppure per un attimo, che potesse avere motivi di resipiscenza diversi da quelli di una cinica convenienza non scevra da una pur legittima ambizione personale. Ne ero convinto sin da quando partecipò, avendolo in larga parte organizzato o quantomeno co-organizzato, alla esibizione che il giornalista Gianni Lannes fece nell’auditorium “mons. Vincenzo Pizzica”. Quel giorno, il citato giornalista, venne accolto dal futuro duo del triste quinquennio, i drr. De Marco-Mattioli Stella, al Golf Club, con tanto di giretto in golf-car. La sera il suddetto venne a parlare di una vicenda certamente grave, gravissima, quale quella della discarica maledetta di Tollo, ma venne a farlo a Miglianico: non lo aveva fatto né fece né poi avrebbe fatto nulla a Tollo, cosa che sarebbe stata territorialmente più logica. Ma a Miglianico si doveva votare per il Comune e a Tollo no: la spiegazione stava tutta qui. Venne, il suddetto, parlò della discarica dei veleni, e andò oltre. Accusò di latitanza, di silenzio complice o di cose simili la stampa locale. Passò poi a ricordare come a Miglianico, nei decenni passati fossero stati inviati al confino (dallo Stato, ndr.) potenti mafiosi siciliani. Poi, svolazzando su responsabilità imprecisate, accusò addirittura il dott. Amicone di essere massone. Dopo questo suo intervento scrisse un articolo (uno solo dei tanti annunciati) per “Il Messaggero d’Abruzzo”, nel quale riportò anche dichiarazioni forse mai rilasciategli insieme ad altre che sembrarono indirizzate a generare e sostenere una sorta di terrorismo psicologico. Presi la parola per difendere, davanti ai miei Concittadini, i Colleghi della stampa locale, benché fossi da qualche tempo fuori ruolo. A loro spiegai quale è il ruolo e l’effettivo potere di un collaboratore locale e, per esser più chiaro, sfidai Lannes a scrivere su un giornale quello che la proprietà di quel giornale non gradisce. (presentai un esempio preciso, che lui fece finta di non aver capito). Ma, soprattutto, andai a dire pubblicamente che, seppur stessi litigando per certe scelte amministrative ogni giorno con il sindaco (De Marco era il sindaco UDC di Miglianico), non accettavo da nessuno, tantomeno dal citato Lannes, che si potesse accusare il sindaco in carica di essere immischiato nella mafia e che Miglianico potesse esser scambiato per un comune mafioso. Lannes non rispose. Ma a me non interessava il suo pistolotto. Attendevo che il sindaco De Marco si alzasse e difendesse la sua Città e i suoi predecessori, con ciò difendendo anche se stesso, poiché erano quei predecessori (Amicone e Mincone) che lo avevano messo a governare (Mincone, se non ricordo male, c’era, ma non parlò). Il sindaco De Marco non difese Miglianico né Mincone né Amicone né Ricci né Scotti né Cataldo né Ciavolich né Valignani. Tacque. Fece peggio. Usciti dall’auditorium, informammo il dott. Amicone dell’accusa che gli era stata rivolta in sua assenza. Amicone chiese a Dino De Marco (che era il suo sindaco) di dargli la registrazione che lui diceva di aver fatto e di avere. Promise, ma poi non mantenne la promessa di fornire allo stesso Amicone quella registrazione, sulla base della quale il dott. Amicone intendeva valutare i mezzi a difesa della sua onorabilità. Il dr. De Marco, doveva scegliere tra Lannes-Mattioli Stella e Amicone. Scelse i primi. Era già lontano dal gruppo che pure continuò a sostenerlo lealmente senza farlo cadere come, a parer mio e di altri Amici, ben meritava. Ancor prima c’era stata la vicenda del “Comitato No-Centro Oli”. Eravamo in vantaggio sui tempi nello schierare l’Amministrazione Comunale contro il Centro Oli di Ortona, ma, oltre alle indecisioni di Nicola Mincone, fu proprio l’allora sindaco De Marco che non seppe/non volle giocare la partita da protagonista, consentendo che il Comitato locale nascesse senza la guida dell’Amministrazione Comunale ma - guarda caso - con la dr.ssa Catia Giovina Mattioli Stella a far da portavoce. “Non vi preoccupate, farà come dico io - ci rassicurò -”. Sicché l’Amministrazione Comunale rimase titolare di un paio di striscioni e basta: la visibilità e il campo della speculazione elettorale venne lasciato in mano a chi sarebbe poi stato della squadra di “Progetto Miglianico”. - chiuso l’inciso -

Ci sono stati, dunque, Amici che fino all’ultimo (e anche dopo) hanno continuato a pensare che, “a certe condizioni”, il dr. De Marco avrebbe fatto diversamente. Ora, i vari scenari possibili, conseguenti alle diverse ipotesi, sarebbero interessanti per qualcuno ma sicuramente noiosi per tutti gli altri. Scrivere anche questi appunti di piccola storia locale con i “se” non serve a nulla. I fatti son stati quelli che abbiamo visto svolgersi. Continuo a pensare che una qualche utilità, per chi vuol sapere come sono andate certe cose, stia nel portare un contributo di testimonianza su quel che è accaduto e non sui retro-pensieri elaborati da parte di chi sarebbe così portato ad eccessiva considerazione perché stenta anche ad avere pensieri.

La lista di “Viva Miglianico Viva” era basata sulla solidità e sulla forte capacità di raccolta di consenso elettorale del gruppo consiliare uscente, che veniva praticamente ricandidato al completo. Aveva un punto debole, forse, nella candidata sindaco, per come fu scelta, per come fu poi sostenuta dalle sfingi, per il fatto che una che tifa Inter scaramanticamente per alcuni (non pochi) di noi non poteva fare il sindaco. Del gruppo restavano fuori: il dr. De Marco, ovviamente, l’Amico Tiziano Cicchitti, che aveva assunto posizioni personali e si era messo contro politicamente, e la maestra Laura Galasso che, alla fine, preferì restare fuori dalla competizione. Il messaggio sarebbe stato chiaro: la storia di questo gruppo continua ed è capace di aprirsi e innovarsi. I nuovi candidati furono scelti però non proprio agevolmente, il che avrebbe dovuto far suonare più d’un campanello d’allarme. Ci fu confusione, a un certo punto, per il sovrapporsi delle offerte di candidatura che venivano ad alcuni soggetti da più parti, ma questo non avrebbe dovuto giustificare tutta una serie di perplessità e di “no” che venivano opposti agli scout di “Viva Miglianico Viva”. Il che portò, inevitabilmente, a errori e ad alcuni strafalcioni che hanno poi contribuito, in maniera che non so pesare, al risultato, perché questo è inevitabile, in quanto sono i candidati a prendere i voti o a non farli prendere. Anche in questo frangente le sfingi fecero i loro danni.

Ma l’operazione oramai era partita e nessuno avrebbe potuto più fermarla.

La piega, mai spiegata fino in fondo e che difficilmente avrà una lettura concorde, è quella relativa alla nascita della lista di destra “Alleati per Miglianico”, che, comunemente, venne chiamata “terza lista”. Della trattativa per tenere unito l’intero centro-destra in un'unica lista si occuparono il dr. Mario Amicone e Nicola Mincone. So che Amicone venne una sera in una delle riunioni che facevamo negli uffici “Enap-Puglia” delle Quattro Strade, e ci disse che l’accordo era fatto. Si trattava di sistemare in lista i nomi proposti dalla destra nei posti lasciati liberi o di assegnare uno o due di quelli già candidati alla destra locale. I posti c’erano e le persone erano state individuate. Per gli incarichi di giunta e per tutto il resto aveva garantito lui che si sarebbe trovato un accordo pieno.

Cosa accadde il giorno dopo, la notte dopo, in un ben preciso ufficio annesso a un ben preciso capannone della zona industriale-artigianale di Cerreto, non lo so. Quel che m’han raccontato dopo, in piena estate, esponenti di diverse simpatie che avevano operato contro “Viva Miglianico Viva” è che, uscito Amicone con l’accordo fatto, sono entrati due o più personaggi a raffreddare la lievitazione dell’impasto, e che uno di questi aveva i baffi.

La conferma indiretta, alla quale allora riservai, colpevolmente, scarsa attenzione, venne da una missione segretissima e speciale, che feci una sera fuori Miglianico. Incontrai un intermediario affidabile e potente. A lui chiesi di convincere Mauro Febbo a non far fare la terza lista a Miglianico, facendo sì che il centro-destra si presentasse insieme e sicuramente vincente. Sapevo che Febbo avrebbe voluto far dispetto al dott. Amicone, ma l’intermediario garantiva, a sua volta, quel che personalmente azzardai a promettere: nessuna nostra condizione per l’accordo, anche un nuovo e diverso nome da concordare insieme per il candidato-sindaco. Tornai alle nostre riunioni tacendo sulla missione e mascherando il mio insolito ritardo nell’arrivarvi, con impegni accademici che nessuno dei miei amici avrebbe mai potuto verificare. L’intermediario fu rapido ed efficace. Il giorno dopo, di buon mattino, mi telefonò. “L’accordo non si può fare. Lui (Febbo, ndr.) sarebbe anche d’accordo, ma non vogliono quelli di Miglianico”. La mia missione finì lì.

A correre furono tre liste.

Prima di presentarle in questa narrazione, racconto un paio di aneddoti simpatici. Come componente della S.C.E.Ci., la sottocommissione elettorale circondariale di Francavilla al Mare, partecipai alla procedura di ammissione delle liste al voto. Quella di “Viva Miglianico Viva”, grazie al lavoro dell’arch. Nando Di Clerico e alle precise indicazioni da lui seguite, passò senza rilievi. L’approvazione della lista di “Alleati per Miglianico” dovette essere sospesa in attesa di documenti, perché c’erano alcune incongruenze risolvibili solo con la produzione di certificati C’erano altre imprecisioni secondarie e ininfluenti, come quella di aver usato il nome pre-repubblicano di “Ortona a Mare” al posto del repubblicano “Ortona”, che vennero fatte notare, con arguta vivacità, dalla presidente della Commissione ai saccenti che ne volevano contestare lo scrupoloso lavoro, stroncandone così la petulanza. La lista di ”Progetto Miglianico”, invece, oltre a qualche altro particolare risolvibile con certificati, presentava una grave irregolarità che fu rilevata e approfondita dalla Presidentessa della Commissione, la dott.ssa Domenica Calabrese. Il logo della lista era una fotografia. La legge lo vietava espressamente. Si era sul punto di ricusare il logo, non la lista ovviamente. La presentazione nelle successive 24 ore, di un nuovo logo avrebbe tranquillamente sanato tutto. In quei minuti pensai che la sera stessa “Progetto Miglianico” aveva in programma la presentazione della lista al Golf Club. Non avrebbero potuto presentare il logo, sarebbe stata una partenza antipatica, una brutta figura, in fondo. Ma, pensai (ingenuamente, secondo alcuni) che non sarebbe stato giusto. Proposi allora, mentre arrivava il rappresentante di lista di “Progetto Miglianico”, l’Amico Patrizio De Marco con suo fratello, il candidato-sindaco, di trovare una soluzione: far dichiarare che si trattava di elaborazione grafica tratta da una foto. La Commissione accolse di buon grado questa soluzione. Era domenica pomeriggio e volevamo arrivare a fare il sorteggio senza dover riconvocare altre riunioni. Fui proprio io a comunicarla agli interessati. Patrizio De Marco firmò la dichiarazione in tal senso. E la sera tutto era già superato. Nessuno di “Progetto Miglianico” mi ringraziò, ma evidentemente erano troppo emozionati quella sera…

Pentito? No, affatto. Quando si opera in certi ruoli bisogna spogliarsi delle proprie passioni ed è quello che ho fatto. Oggi sarei pentito del contrario.

La campagna elettorale del 2009, con l’ufficialità della presentazione delle liste, si apriva con questi schieramenti in campo:

 

Lista n. 1 - “Progetto Miglianico” - Candidato sindaco Dino De Marco.


  1. Antonelli Lorenzo

  2. Antonelli Sara

  3. Cicchitti Marco

  4. D’Ercole Gaetano

  5. Di Bartolomeo Alessio

  6. Di Nobile Giuliana

  7. Ferrara Fernando

  8. Firmani Simonetta

  9. Lamonaco Renato

  10. Lopo Adriana

  11. Mattioli Giovina Catia

  12. Nardella Antonia

  13. Roscioli Angelo

 

 

Lista n. 2 - “Viva Miglianico Viva” - Candidato sindaco Emilia Baldassarre.


  1. Almonti Marco

  2. Antonelli Marcella

  3. Anzellotti Federico

  4. Biasone Carlo

  5. Candeloro Tiziana

  6. Cavallo Pasqualino detto Pasquale

  7. Cicchitti Narciso

  8. De Luca Andrea

  9. D’Ercole Gianleo

  10. Di Bartolomeo Stefania

  11. Di Ghionno Paola

  12. D’Onofrio Valentina

  13. Orlandi Giulio detto Giuliano

  14. Santalucia Amedeo

  15. Stella Stella Antonio detto Tonino

  16. Timperio Giuseppe detto Pino

 

 

 

Lista n. 3 – “Alleati per Miglianico” - Candidato sindaco Gianfranco Sulpizio.


  1. Biasone Leandra

  2. Campagna Carmine

  3. Cataldo Franco

  4. Cicchitti Tiziano

  5. De Lutiis Massimo

  6. Di Bartolomeo Fiorenzo

  7. Di Clerico Luca

  8. Di Tomo Alberto

  9. Marinozzi Luca

  10. Marrongelli Valerio

  11. Mattioli Rocco

  12. Sisofo Benito

  13. Stella Antonietta

  14. Tomeo Francesco 

 
(19- continua)