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La Festa del Tesseramento dell’Azione Cattolica parrocchiale, emozione e bei ricordi

L’incessante azione dello Spirito Santo e tanti bei ricordi si sono materializzati anche quest’anno, durante la celebrazione della Santa Messa solenne per la festività dell’Immacolata Concezione, nel corso della quale, secondo un bellissima tradizione, si svolge la Festa del Tesseramento dell’Azione Cattolica parrocchiale (ora mi sembra che si chiami in modo diverso perché non piace più “tessera” o “tesseramento”; ma siccome anche altri, che di azioni ne hanno fatte di molto poco cattoliche, dicono questo… e allora va bene così…).
L’8 dicembre è già un giorno così pieno di grazia per l’umanità che potrebbe non esserci altro, tanto sarebbe già colmo di emozione.

 

L’Immacolata Concezione, un dogma recente ma che viene da un’antichissima consapevolezza della Chiesa, ci testimonia la scelta fatta da Dio già all’inizio dei tempi di donare all’umanità la chiave della redenzione che apre la porta all’abbraccio eterno con il Padre, alla gioia senza fine. E questa chiave Dio l’ha affidata a una Donna, sconvolgendo credenze, modi di pensare colti e meno colti, usanze e tradizioni tribali e popolari anche di quelle che citiamo come grandi civiltà, insegnando anche a noi che ci diciamo moderni e progrediti quale è la dignità, qual è l’importanza della Donna nella storia del creato sin dall’inizio dei tempi. In quella Donna, in quella giovinetta coraggiosa, Maria, si compie quello che è progetto di vera vita per ogni uomo. Lei, una donna, è la prima dell’umanità che non subisce lo “stipendium peccati”, la morte della carne che ci viene dal peccato originale. È la prima creatura umana che viene assunta in cielo come a noi, se trovati con la lucerna accesa, accadrà solo alla fine dei tempi.
In questa occasione straordinaria non solo per la Chiesa ma per tutta l’umanità, la nostra Parrocchia ha recuperato e opportunamente rinnovato la tradizione della Festa del Tesseramento dell’Azione Cattolica Italiana.
Ho sentito una grandissima gioia dentro nel vedere che non sono più poche le tessere di adesione. E mentre don Gilberto consegnava i pacchetti ai rappresentanti di ragazzi, giovani e adulti che riempivano almeno un quarto della Chiesa, ho rivisto ancora don Vincenzo.

Eravamo nel suo ufficio nella casa parrocchiale di San Michele. Eravamo così pochi da non riempirlo quel piccolo ufficio, attorno alla scrivania di metallo grigio con il piano di simil-pelle verde sul quale c’era la campana dell’anno santo con un cordoncino rosso, a treccia, legato al batacchio, una tentazione irresistibile. Don Vincenzo, quasi con timidezza, ci chiedeva se volevamo iscriverci, benché pochissimi, all’Azione Cattolica, che era stata scossa dal post-Sessantotto italiano, anzi era stata travolta, come tante cose anche buone, ma ritenute vecchie in quel tempo nel quale dare del “matusa” significava quasi “da cancellare”. Ci spiegò che, invece, ogni forma associativa giovanile in Italia aveva copiato molto dall’impianto dell’Azione Cattolica, a cominciare dall’epoca fascista fino a quelli che erano i movimenti giovanili dei partiti di quegli anni del Ventesimo secolo nei quali vivevamo noi la stagione primaverile della vita. Don Vincenzo aveva ragione. Forse quello fu l’ultimo anno della nostra esperienza in AC o fu il primo senza quella tessera. Ma lui non ci abbandonò né ci fece separare da chi aveva comunque già deciso di non esser più in Azione Cattolica. Ci lasciò aperta la casa parrocchiale, la cripta, le sale coi i giochi. Ci lasciò crescere serenamente in amicizia, giocando a pingpong con la pallina che batteva come rintocchi del tempo sullo stemma dell’Azione Cattolica Italiana fatto su legno compensato da chi ci aveva preceduto in associazione. Il timer era ancora attivo.
Ora il presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale, prof. Antonello Antonelli, può gioire nel sapere che non deve provare a convincere i pochi a restare ma può vedere l’opera di tanti, di ogni età, compiere quell’attività feconda e gioiosa, utile per la Chiesa e per tutta la Comunità locale, che lo Spirito Santo suggerisce all’Azione Cattolica.

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