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Ventisette anni fa, quando presentammo “Mijaneche de na vote” del maestro Cesidio D’Amato

Categoria: Il dimenticatoio
Pubblicato Venerdì, 25 Aprile 2014 16:47
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Un anniversario è sempre una ricorrenza che ha una sua importanza, non importa se la data da ricordare sia trascorsa da esatti decenni o da anni dispari, come in questo caso. L’importanza non è nella data ma in qel che si ricorda e nel perché lo si fa.

Ventisette anni fa la Pro Loco di Miglianico, con Presidente l’Amico carissimo Ermanno Anzellotti, presentò ai Concittadini “Mijaneche de na vote” un poemetto dell’indimenticato maestro Cesidio D’Amato. Il volumetto era una narrazione in versi della nostra Cittadina e dei Miglianichesi dagli anni Trenta fino all’immediato dopoguerra, così come l’autore aveva saputo descriverli in agili versi dialettali. La stessa copertina era opera del maestro D’Amato.

 

La pubblicazione fu il frutto più bello di un momento di grande attività della Pro Loco, che era stata ricostituita pochi mesi prima dopo affermazione alle comunali dell’85 della rinnovata DC guidata da Mario Amicone e che aveva avuto l’onore di avere nel suo direttivo proprio il compianto maestro D’Amato. Lui non volle accettare né la presidenza né la vice-presidenza, che pure gli erano state offerte giustamente con non poca insistenza, ma non disdegnò di entrare in quel Consiglio Direttivo nel quale sedevano con lui anche alcuni suoi ex alunni. La sua collaborazione fu ovviamente attiva e ricca di spunti e di consigli.

Ricordo che partecipò con vivo interesse anche alla scelta del logo e del motto dell’associazione e il suo parere risultò alla fine decisivo per convincere tutti ad una scelta unanime tra le varie soluzioni (il logo è di Franco Antonelli, anch’egli in quel direttivo, il motto lo suggerii io, ndr.) Accolse poi con iniziale ritrosia la proposta di poter pubblicare, a cura della stessa Pro Loco, una sua opera o una raccolta delle sue belle poesie. Decise quindi di far dono alla Pro Loco proprio di “Mijaneche de na vote” un lavoro al quale teneva moltissimo e che noi speravamo potesse essere il primo di una serie, al fine di veder pubblicata tutta la sua opera di poeta e di narratore.

Ma il Buon Dio decise diversamente e il progetto si fermò a questa prima pubblicazione che il maestro D’Amato poté sovrintendere stando a casa perché le sue condizioni di salute non gli consentivano più di partecipare attivamente, come avrebbe voluto, alle riunioni e alle verifiche in tipografia. Infatti il volume presenta qualche refuso di stampa e un macroscopico errore che un poco lo rattristò quando rilesse subito la prima copia che gli portai a casa direttamente dalla Tipografia D’Argento (che ne curò la stampa).

La serata di presentazione del volume, messo in vendita a 5.000 lire, fu decisa per l’aprile del 1987 (la data della lettera suggerirebbe il 23 ma la mia memoria mi fa propendere per il sabato 25). La scena non poteva che essere la Cripta di San Pantaleone. La festa sarebbe stata perfetta se a leggere qualche brano ci fosse stato l’autore.

Quella sera, invece, la sala gremitissima, ebbe solo un messaggio dell’autore, ormai impossibilitato a partecipare e già fuori Miglianico per le cure che gli necessitavano. Ermanno Anzellotti non riuscì a leggere tutta la lettera e toccò a me sostituirlo. La commozione fu davvero grandissima. Ricordo non pochi che piangevano perché quell’assenza era la conferma di un qualcosa che forse fino ad allora era considerata meno grave e con più speranza.

Era una lettera breve ma molto bella, piena di affetto, venata da uno struggente dolore senza lamento, animata da una passione che non poteva affievolirsi con l’indebolirsi della carne.

L’ho ritrovata qualche settimana fa, casualmente, e ho pensato che ci fosse un segno in questo piccolo evento sì da non dover attendere un più solenne quarantesimo anniversario per riproporla a quanti l’ascoltarono, per farla conoscere a chi non l’ha mai sentita leggere, per ricordare anche un poemetto – che esiste ed è di proprietà della Pro Loco - che ogni Miglianichese dovrebbe leggere, per viaggiare nella storia locale attraverso il canto di un uomo così innamorato di questa nostra cittadina, come lo è stato il maestro Cesidio D’Amato.