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Appunti per una piccola storia locale. Terza puntata. Verso le comunali del 1985. La DC organizza le “primarie”.

Si arrivò così alla vigilia delle comunali del 1985.

Accettando l’innovativa indicazione nazionale, fatta dalla DC guidata da Flaminio Piccoli (che in quasi tutta Italia non venne accolta), oltre che le insistenze continue di quelli che, come me, volevano proporre consistenti novità, Mario Amicone convinse la parte non favorevole della sezione a organizzare le “primarie”. La scelta fu dirompente rispetto alle abitudini del passato. Le primarie non erano mai state fatte. Nessuno sapeva come farle in modo efficace e, soprattutto, nessuno sapeva come evitare inquinamenti e pericoli comunque da non sottovalutare in un clima di grande tensione quale era quello preelettorale che già incombeva sulla nostra Comunità locale.

Il Direttivo Sezionale della DC, saggiamente, decise di organizzare le primarie con queste modalità: avrebbero partecipato al voto solo coloro, iscritti e non iscritti, che avessero firmato il registro delle presenze; il voto sarebbe stato espresso sulla stessa scheda ma separatamente per il capolista e per i candidati; ogni elettore avrebbe dovuto indicare in calce alla scheda la sezione elettorale di appartenenza; il voto sarebbe stato ovviamente segreto e non preceduto da proposte e da dibattito in sede di riunione; lo scrutinio non sarebbe stato pubblico per evitare facili speculazioni in caso di risultati non netti; lo scrutinio sarebbe stato effettuato da un comitato di saggi, non iscritti al partito, presieduto dal compianto geom. Mario D’Ercole, uomo di sicura fede democristiana, dagli anni del “Fascetto” non iscritto o altrimenti coinvolto nella politica locale, e, soprattutto, di una onestà a prova di bomba; questo comitato degli scrutatori avrebbe poi trasmesso i risultati al segretario della sezione per la valutazione che avrebbe sollecitato da parte del Direttivo o di parte di esso.

 

Le “primarie” furono convocate con manifesti e comunicati stampa. Erano una novità e riscossero curiosità, attenzione e anche una grande partecipazione, soprattutto se si considera che allora erano in molti, tra quelli non iscritti al partito, a dichiarare amicizia e vicinanza ma a non esporsi poi troppo perché comandavano ancora i comunisti (c’era ancora il muro di Berlino, ndr.). La riunione pubblica e le votazioni avvennero presso il ristorante Il Casolare a Montupoli nell’autunno del 1984, a memoria ricordo che si tennero il 14 novembre. Non erano una pappetta già pronta. Infatti ci fu chi, già allora, ci provò a farsi dare qualche voto, girando tra gli amici nella sala del ristorante. Ne prese 2.

 

Molti davano per scontato un risultato a favore di Nicola Mincone, che era capogruppo dell’opposizione e che, appoggiato da Amicone, si era mosso, come sempre, molto bene per promuovere l’unico candidato per lui possibile: sé stesso. Il risultato, invece, attribuì il maggior numero di consensi per il futuro capolista della DC alle comunali a Mario Amicone, al segretario di sezione. Va ricordato pure che, a conferma della validità di quel voto libero e fortemente motivato, 10/12 dei nomi più votati in quelle “primarie” furono poi effettivamente candidati nella primavera del 1985. La clamorosa candidatura del dott. Lucio Zannolli era stata invece già ottenuta con un’operazione diretta fatta, insieme a lui, nel vecchio ufficio di Papà da Mario Amicone, Rocco Monaco, Peppe Cipollone e il sottoscritto, che gli aveva appena redatto le memorie, vincenti, che contestavano la decisione della maggioranza di sinistra di istituire una non gradita Farmacia Comunale, finalizzata a un’operazione clientelare di marchio PCI.

A quel punto Mario Amicone aveva il pallino in mano non solo come segretario di sezione ma anche come possibile candidato capolista. Il tempo di quell’inverno trascorse veloce su un binario che su una rotaia vedeva il lento e progressivo crescere della considerazione per Mario Amicone e sull’altra rotaia il lavorio continuo di chi riproponeva la candidatura di Nicola Mincone. Il nodo si presentò un’ultima volta la notte dell’8 gennaio quando,a casa di Amicone a Cerreto, partecipai a una riunione un poco atipica con Mario, Lucio Zannolli, il dr. D’Adamio e Aldo Marini. Sulla composizione della lista, dopo le buone indicazioni delle primarie, i dubbi erano pochi, si trattava di sistemare le ultime due tre caselle e si fecero nomi di buon valore. La discussione fu quasi tutta dedicata alla scelta del capolista. Mario Amicone, da solo, provò a difendere la soluzione Nicola Mincone. Ma era chiaro che ormai aveva acquisito tutti i pareri disponibili e nel modo più disparato così da avere verifica della libertà di opinione di ciascuno.

Venne il momento di andare da Remo Gaspari. (3 – fine)

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