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La letterina del sabato 9 agosto 2025

Care Amiche e cari Amici,

ancora una festa e poi ancora un grande evento ci attendono in questo fine settimana che giunge dopo pochi giorni dal grande successo de “Le Contrade del Piacere” edizione 2025, che meriteranno una adeguata riflessione in appresso. 

Oggi la nostra Comunità torna a celebrare una la festa di San Lorenzo con la formula semplice ed efficace individuata dal Comitato Feste che prevede due Sante Messe, una al mattino, alle 10:00, e quella vespertina alle 19:00, ambedue nella chiesetta di località Caramanico di Piane San Pantaleone, fuori della quale, in serata, ci sarà il bell’intrattenimento musicale con le bravissime “Benedetta e Beatrice”.

 

Questa festa sembra davvero non trovar pace oltre a non trovare un ancoraggio ad una tradizione se non lunga almeno degna di essere rispettata, seppur con le inevitabili innovazioni che il passare del tempo comporta. Non abbiamo traccia della devozione per San Lorenzo. E per fortuna, direi. Visto che per un Santo che si festeggia il 10 agosto, da noi lo si porta a spasso qua e là non secondo motivazioni devozionali ma per accidenti che con i Santi dovrebbero avere poco a che fare. Quest’anno, ad esempio, torna la coincidenza con la “Miglianico Tour” che, per motivi comprensibili, ha il sopravvento e occupa la data, “costringendo” San Lorenzo ad anticipare i festeggiamenti. Non so se si può chiedere lo spostamento anche delle stelle candenti, almeno quelle che si muovono in questa meravigliosa fetta di cielo che sta sopra Miglianico. Diciamola tutta, non abbiamo neanche un santino di San Lorenzo e siamo ancora a caccia del perché il 10 agosto San Pantaleone raddoppia dopo che, come ha dottamente documentato il professor Antonello Antonelli nel libro “RaccontaMI”, per un periodo toccò a San Rocco fare festa due volte l’anno. Abbiamo recuperato e ristrapazzato la “visita” del Santo alle Piane, dalla cadenza venticinquennale a quella quinquennale, passando per la tentazione di farla ogni anno o di riportarla alla vecchia cadenza con azzardi di ipotesi a 50 anni. A margine, non perché sia marginale, tutt’altro, va ricordato che la festa di San Lorenzo, a memoria d’uomo, cioè dei Miglianichesi viventi, si faceva in centro, portando in processione la statua di San Pantaleone, con lo spettacolo serale allestito sulla “cassarmonica” scoperta. Tutto quel che oggi accade e di cui si discute da qualche anno a questa parte, forse, è semplicemente il frutto di forzature che non riescono a stare in un solco buono per creare una vera tradizione.  Aggiungo, senza alcuna vis polemica, ma come mera constatazione, che la stessa chiesetta di località Caramanico, alla fine, si apre una volta l’anno, in occasione di questa festa ballerina senza che ci sia curiosità, ad esempio sullo stato di conservazione o di effettiva sopravvivenza, di quella fornace che poi, a ben vedere, è l’unico elemento concreto di questa ricorrenza per quella parte del nostro territorio. 

Divertito dall’immaginare le reazioni (accidenti e contumelie) che andrò a suscitare, avanzo una proposta che almeno un appiglio storico/tradizionale/devozionale forse ce l’ha. Facciamo una cosa, non al contrario me nel senso giusto di marcia. Facciamo la processione di San Pantaleone dalla cappella di località Caramanico (dopo la celebrazione di una Santa Messa), alla chiesa madre di san Michele. Facciamola, anche ogni anno, la mattina della domenica della Venuta, o, visto che l’orario cambia proprio quel giorno, al tramonto dell’ultimo sabato di ottobre. Non aggiungo argomentazioni a sostegno perché non occorrono. Una o molte che fossero potrebbero esser superate e vinte solo dal non volerlo fare che non ha mai motivazioni fondate. San Lorenzo così tornerà ad essere un giorno di festa il 10 agosto o se ne andrà nel dimenticatoio, così come è stato inventato, lasciando il posto signorilmente e sena far polemiche alla “Miglianico Tour”, ai “Calici sotto le stelle”, alle cento e cento cose che inebriano tutti noi nel periodo di ferragosto e che spesso vengono legate alla notte di San Lorenzo.              

Care Amiche e cari Amici, domani torna la magia della “Miglianico Tour”. Sarà la 54^ edizione quella di quest’anno, a conferma che si tratta di una delle più longeve gare podistiche non solo in Italia. Prima di registrarne anche quest'anno il successo che l’accompagna da sempre, vanno applauditi e ringraziati Giulio Orlandi, Presidente dell’ASD ADES, i dirigenti e i volontari che lo affiancano, tutti quelli che danno una mano senza comparire da nessuna parte, e tra tutti, per primo, senza che nessuno possa adombrarsi, Nicola Mincone, il Patron della “Miglianico Tour”. Ho avuto il privilegio di averle vissute tutte le edizioni della nostra corsa d’agosto, nata in verità in settembre. Spero di potervi raccontare tante altre edizioni e di poter sentire ancora quell’emozione, semplice ma penetrante, che sprigiona questa che non a caso ho definito magia. Spero anche che, col passare degli anni, possa continuamente adeguarsi ad un mondo che cambia anche nel podismo, almeno da queste parti. Abbiamo meno campioni da celebrare ma tantissimi podisti da raccontare e da applaudire, senza star a vedere i tempi che fanno o i giri che percorrono, perché sono tutti attori di una corale, meravigliosa, variopinta e gioiosa festa di Sport e di Amicizia. Come momento di amicizia ogni anno la “Miglianico Tour” ricorda gli Amici che ora corrono sui verdi prati del paradiso, come Sandro Di Prinzio e Rosella Patricelli che probabilmente non avrebbero mai avuto posto su un podio sulla base dei tempi di gara e, quindi, neppure nella fredda memoria delle classifiche. Ma sono meritatamente in testa nel ricordo. Come giornata di Sport e di Amicizia la “Miglianico Tour” merita una scansione dei tempi adeguata, con più attenzione al racconto vero, non celebrativo di dati e fatti lontani e senza emozione; con più attenzione ai momenti delle premiazioni, che non devono assecondare chi ha fretta di andarsene ma dare spazio e calore a chi la vuole vivere tutta la gara, fino alla spaghettata di mezzanotte, casomai ripristinando premi poco competitivi ma carichi di simpatia, come quello per la prima Miglianichese e il primo Miglianichese, il gruppo più numeroso, il concorrente più simpatico, quello che viene da più lontano, quello che le ha fatte tutte ma anche quello che l’ha fatta 20, 30 o 40 volte, che non è roba ordinaria. Le classifiche vanno bene, ma la “Miglianico Tour” è anche altro, è magia. 

Care Amiche e cari Amici, vengo rapidamente a quanto vi ho annunciato, cioè ad un doveroso commento sull’edizione 2025 de “Le Contrade del Piacere”. Parto dall’applauso per la nostra impareggiabile Pro Loco, dal suo Presidente, l’Amico Nicola Santalucia, abbracciando con lui i dirigenti (attivi), i volontari, i ragazzi impegnati nei vari servizi, tutte le Concittadine e i Concittadini che hanno dato sapore, aroma e gusto alle serate, animando gli stand gastronomici, e a tutti quelli che hanno dato una mano anche limitandosi a non creare problemi, che non è poco. Questo plauso, fatto di sincera gratitudine e viva simpatia, fa ben capire quale è il giudizio sulla manifestazione, oggettivamente un successo che quest’anno ha sfidato e vinto anche le avversità metereologiche. La formula collaudata è sicuramente vincente, ancora vincente. E sta avanti rispetto ad altri, per uno o più motivi.  I miei eroici ventitré Lettori sanno che, in tempi non sospetti, ho invitato alla riflessione sulla durata di una formula che oggi sembra indiscutibile ma che non può essere eterna, per così dire. Nel tempo ho avanzato qualche piccola proposta, perché penso che sia il modo corretto di dare sostegno a chi organizza eventi di tale portata ed importanza per la nostra Comunità. Ne ricordo alcune, senza ordine di importanza: la promozione, di anno in anno, di un singolo prodotto in particolare; l’espansione dell’area festa con allocazione di attività non necessariamente gastronomiche nel centro storico o lungo via Roma o nei vicoli o nell’area Polo scolastico/Giocodromo. Non insisto, pur consapevole delle mie solide ragioni che vengono sostenute da non pochi Concittadini e frequentatori della sagra di agosto, che va ripensata la scelta di coprire la convivialità delle persone con musica che, superato un certo volume, diventa rumore, fastidioso e inaccettabile. Va ripensata anche la dislocazione dei gruppi musicali o dei dispensatori di decibel da mixer. Abituato a dover seguire l’organizzazione di eventi d’una qualche importanza, ho potuto constatare elementi che sono di palese evidenza, o meglio, sarebbero tali se uno li osservasse con adeguato criterio. Faccio un piccolo esempio. Il gruppo che ha suonato musica latino-americana l’ultima sera, lungo via Martiri Zannolli, quasi all’altezza dell’incrocio con via Ettore Paolini, ha richiamato curiosi ed appassionati delle danze che però hanno fatto da tappo al passaggio delle persone e ha costretto chi era seduto ai tavoli difronte ad abbandonare le loro posizioni conviviali. Fuor di polemica, perché si tratta di piccoli elementi utili per chi vuol fare serenamente delle valutazioni, va detto che i numeri contano anche in questo caso. Sia a fianco del grande stand della Pro Loco, sulla piazzetta del Municipio, sia in quell’altra infelice postazione, alla fine a ballare erano 30/40 persone (contate) che hanno prevalso sulle centinaia sedute per onorare le vere “protagoniste” della sagra, cioè le “oltre cinquanta specialità gastronomiche” che erano davvero tante e davvero speciali, tant’è che la gente per quelle è venuta. Non mi piace scommettere e non lo faccio mai. Ho quindi lanciato una sfida ad alcuni Amici: Portatemi due persone che sono venute alla sagra per uno dei gruppi messi sotto contratto dalla Pro Loco, fatte escluse quellc che hanno fatto da seguito ai singoli gruppi perché son venute a mangiare gratis. Non me le hanno portate. Il Sindaco, incontrandomi, mi ha rimproverato: “Tu hai un problema con la musica”. Tutt’altro. Ho a cuore la civiltà della tavola, che, tra l’altro muove di molto l’economia nazionale ed anche locale. Ho problemi con i volumi alti, quelli che fanno male come il fumo e l’alcool, forse di più in certi casi, ma per i quali, anche a Miglianico, non si fanno controlli. Tant’è che l’ultima sera della sgara è stata sparata musica rumorosa fino oltre l’una e mezza di notte, in spregio di ogni regola oltre che della buona educazione verso chi deve subire questo inquinamento acustico. Lo so, è una battaglia persa. Ma ci sono battaglie che vano combattute non perché si è sicuri di vincerle ma perché vale la pena combatterle.    

Buona Domenica.

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