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La letterina del sabato 29 giugno 2024

Oggi è il giorno nel quale fare gli auguri di buon onomastico ai nostri Pietro e Paolo ma anche ai Piero e ai Pier con tutti i nomi con esso composti.   

Domani ci sarà la festa della vittoria di “Miglianico Cambia” e del Sindaco, Fabio Adezio. L’appuntamento è in piazza, dalle 20:00 in poi. Sarà importante esserci e festeggiare. I Miglianichesi ne hanno bisogno. Miglianico ha bisogno di una festa vera e gioiosa. Se la merita, visto che ha votato bene. Spero che in piazza ci siano davvero tutti, anche a costo di creare qualche imbarazzo di sovraffollamento agli organizzatori che, forse, proprio a tutti non ci sperano neppure. Saranno felici di essere smentiti se dovessero riscontare un meraviglioso tutto pieno. Insomma, c’è curiosità di constatare se il messaggio di invito rivolto a tutti sarà accolto da tutti. Sono passate oramai tre settimane dalle elezioni. Le amarezze dovrebbero essere svanite e i rospi inghiottiti. Dovrebbero, ma così non è. Una festa può aiutare. Oppure occorrerà altro, come dirò: rimedi semplici, genuini ed efficaci. 

 

L’ultima polemica ha riguardato al nostra super Pro Loco, che avrebbe sbagliato ad accogliere la richiesta fattale dall’associazione “Miglianico Cambia” per dare una mano nella organizzazione della festa di domani. “Potevano dare una mano lo stesso - hanno saggiamente suggerito alcuni che non vogliono altre polemiche - o mettere a disposizione materiali e risorse ma senza far vedere che era la Pro Loco”. A New York forse, non a Miglianico. Meglio la trasparenza. Furbate a parte, la questione è semplice: se una associazione riconosciuta chiede ad un’altra associazione, quale è la Pro Loco, la collaborazione per una festa locale e se i dirigenti della Associazione Pro Loco, come in altri casi, qui e altrove, decidono di darla alle condizioni precisate, non c’è alcuno scandalo. Se dovesse esserci qualcosa da valutare, nel bene o nel male, all’interno della Pro Loco, alla fine, ogni decisione di ratifica o di censura dei comportamenti di dirigenti riguarderà i soci della Pro Loco, solo loro. 

Questa è solo l’ultima delle polemiche registrate fino a ieri notte. In attesa delle prossime che forse già corrono sui social, vengo a condividere con i miei eroici ventitré Lettori quel che è stato scatenato da alcuni soggetti dopo la nota dal titolo “Nuovo e vecchio, la distanza aumenta”, con la quale ho raccontato e commentato rapidamente la prima seduta del consiglio comunale di questo quinquennio. Hanno invaso questo spazio di libertà con affermazioni degne di loro che non meriterebbero e non meriteranno, almeno per ora, risposte puntuali, non perché non ce ne siano, ci sono e c’è anche ben altro, ma perché, per ora, basta il ridicolo che quei commentatori si son rovesciati addosso attaccando una persona che non è né il Sindaco, né consigliere comunale né dirigente di “Miglianico Cambia”.  

Qualcosa, però, va detto e spiego perché. Emerge da parte del prof. dott. Federico Anzellotti e di qualcun altro dei suoi quasi un tentativo di intimidire chi non la pensa come loro. Si lanciano prontamente in commenti duri, accusatori, con insinuazioni più che pesanti benché false. Evidentemente non l’hanno presa bene. E non gli passa ancora. 

Non pensarla come loro è cosa buona. Non pensarla come loro significa pensarla come la maggioranza dei Miglianichesi, che hanno votato massicciamente per chi la pensa come Fabio Adezio, come “Miglianico Cambia” e come i sostenitori e gli elettori di Fabio Adezio e di “Miglianico Cambia”. 

Prima di chiarire un paio di cosette che proprio non possono aspettare perché attengo alla dignità di persone citate senza che abbiano alcuna colpa, risolvo la questione più semplice. Ieri mattina ho avuto un cortese scambio di opinioni con Antonio Anzideo, candidato nella lista sconfitta, che ha voluto gentilmente contattarmi telefonicamente per lamentarsi con me perché avrei fatto, a suo parere, “di tutt’erba un fascio”. Antonio Anzideo si riferiva alla notazione sulla “maleducazione istituzionale” che ho ritenuto di rilevare nell’assenza al consiglio comunale del 26 giugno scorso di quasi tutti i candidati non eletti della lista perdente. Lui, prima di passare all’imperativo “devi” circa quel che scriverò in futuro, mi ha detto che, in concomitanza con consiglio comunale, aveva avuto altri e irrinunciabili impegni. Gli ho spiegato che la sua giustificazione vale quanto la mia palese intenzione di non offendere alcuno (e se avesse equivocato in senso personale aveva le mie scuse) perché la “maleducazione istituzionale” non è accusa personale riferita alla buona creanza della singola persona, ma si riferiva all’atteggiamento politico tenuto dalle persone di cui sopra. Gli ho anche positivamente precisato che lui non può dichiararsi fuori dai giochi ora che son passate le elezioni, perché è il primo dei non eletti della minoranza. E sarebbe un buon acquisto per il consiglio comunale. Antonio Anzideo è rimasto della sua opinione, che rispetto profondamente. Resto della mia opinione, anche se altri non la rispettano per niente. Fatti loro. Come ho spiegato ad Antonio Anzideo, non ci sono cose da andare a chiedere o su cui informarsi prima o dopo, quando si assiste ad una pubblica seduta del consiglio comunale e poi la si racconta. Ho assistito a quella seduta, l’ho raccontata e commentata a beneficio dei miei eroici ventitré Lettori, che non mi sembra abbiano avuto da ridire alcunché. Chi c’era ad assistere può dire se ho introdotto il falso, distorto la verità, inventato cose. I commenti e le valutazioni sono personali e sono firmati, possono piacere o non piacere ma sono lì, scritti ed affidati alla prova del tempo. 

Prima della telefonata di ieri mattina, nella notte precedente, il prof. dott. Anzellotti, rivestendo nuovamente i panni del professore con la bacchetta, ha commentato la nota dell’altro ieri su questo spazio di libertà con troppa libertà, andando oltre, ben oltre sul piano personale con menzogne di bassa lega dopo aver sproloquiato sui fatti legati allo svolgimento del consiglio. Le menzogne lo qualificano. Le sue lezioni, poi, le faccia ai suoi. Ma, prima, si prepari e scelga la lingua da usare nello scrivere. 

A proposito di scrivere. Ma a chi può venire in mente che il discorso del Sindaco, così bello ed efficace, sia stato scritto da una nullità come me?! Averlo pensato è segno di sfacciata malafede e di inconsistenza politica oltre che una grave offesa al Sindaco, Fabio Adezio, che ha ripetutamente dato gran prova di sé sul piano della comunicazione. Scriverlo e riscriverlo, commentandolo pure (opera d’un nuovo prolifico digitatore) è ridicolo, risibile, anche un po’ penoso. Negli ultimi dieci anni ho scritto solo due parole utilizzate in campagna elettorale. Le aggiunsi al discorso che aveva preparato Massimo Sulpizio per il suo intervento alla presentazione di “Miglianico Cambia” in sala civica nel 2014, poco più di dieci anni fa. Alle parole “Votate Miglianico Cambia”, con le quali si chiudeva il discorso di Massimo, aggiunsi “Con gioia”. Da quel momento, avendole lette lui, quelle due parole sono diventate di Massimo. 

Poi non ho scritto più nulla anche perché sono stato sostanzialmente in disaccordo sulla conduzione delle campagne elettorali di “Miglianico Cambia” nel 2019 e quest’anno.  

Il prof. dott. Federico Anzellotti, dopo aver minacciato di farmi cancellare dall’Ordine dei Giornalisti e di farmi licenziare dal Ministero dell’Università, può chiedere la mia radiazione dall’Accademia della Cucina e, visto che conosce bene il vescovo, di farmi scomunicare dalla Chiesa cattolica, così verrò espulso anche dalle ACLI. Faccia pure. Non cambierà il risultato delle elezioni comunali. Lui ha perso. Anche se, con la potenza del suo esser ambasciatore, facesse approvare una legge che toglie il mio voto, lui avrebbe perso lo stesso. E non avrà neppure la rivincita. Tra cinque anni non toccherà a lui. I suoi alleati non commetteranno l’errore di candidarlo una seconda volta. Capisco che non gli vada giù. Ma è così. Non è il parere di una persona. È la democrazia.   

Non posso chiuderla qui. C’è da tutelare la dignità delle persone tirate in una scadente polemica senza aver nessuna colpa ed essendo ignare dei fatti e dei commenti.

Devo dire al prof. dott. Federico Anzellotti, che mi ha paragonato ad un clown e ad un pagliaccio, ed al dott. Antonio Di Sipio, il nuovo prolifico digitatore, che mi ha classificato come “giornalaio”, che devono vergognarsi, se ne sono capaci. Oh, non devono vergognarsi per quello che hanno scritto di me, che è tutto onore per me venendo da loro. Devono vergognarsi perché i clown, i pagliacci sono artisti, veri artisti, capaci di far ridere piccoli e grandi, mettendo quel naso rosso e quel cerone bianco sul volto, indossando abiti strani e grandi scarpe. Non si offendono così degli artisti. Lo sa, l’egregio professor Anzellotti che esiste la clownterapia che aiuta molti malati soprattutto bambini? Non lo sa. Sappia almeno vergognarsi di aver offeso persone forse buffe, ma belle, bellissime dentro, generose, geniali, capaci di un linguaggio universale, veri artisti, persone meravigliose, loro. 

Caro dottor Di Sipio, che ha trovato non la parola ma addirittura lo scrivere dopo dieci anni di scena muta (e si lamenta se ha preso poco come consigliere comunale! Avrebbe dovuto pagare lui visto il niente che ha fatto!), mi chiedo e le chiedo: perché offende i “giornalai” portando loro come elemento di paragone per svalutare un uomo? Lo sa chi sono i Giornalai? Sono quelle persone che la mattina prestissimo aprono le edicole e sistemano i giornali che poi consegnano ai lettori. Sono quelli che vendono i libri la cui sola vicinanza fa bene (non se n’è mai accorto, vero?). I Giornalai sono contaminati di buone letture. I Giornalai sono anche quelli che vendono ai più piccoli i fumetti o le figurine o i quaderni o le tavole da disegno o anche solo la penna, la penna dottor Di Sipio, la penna per scrivere. I Giornalai sono persone meravigliose, loro. 

Volete deridermi, volete calunniarmi, volete sommergermi di letame? Pensate così di intimidirmi, di terrorizzarmi? Pensate che “Viva Miglianico” si spenga per compiacervi? Sbagliate, ma se volete, fate pure.

Fate pure. Vi state seppellendo di ridicolo. 

Illudetevi di esser brillanti. “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori” 

Sono 1583, i fiori sbocciati a Miglianico. Non i girasoli. 

Contateli ogni sera, uno ad uno, 1583 fiori profumati di gioia. Contateli come le pecorelle per prendere sonno, così vi passa. 

Sennò, mettete una punta di bicarbonato in mezzo bicchiere d’acqua: girate, girate, girate e bevete. Vi aiuterà.

Buona Domenica        

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