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Nuovo e vecchio, il distacco aumenta

È divenuto palese, oltre ogni possibile tentativo di mistificazione, il distacco tra nuovo e vecchio. La notazione potrebbe valere, di fatto vale, per una sintesi nell’analisi del risultato delle comunali. Oggi è soprattutto la sintesi, la foto riassuntiva della prima seduta del nuovo coniglio comunale svoltasi ieri sera.

Al tramonto di una serata colorata da un maestoso arcobaleno, la sala consiliare si è rapidamente riempita sino a risultare stracolma di Cittadini, un bellissimo segnale. Tra i tanti presenti vanno segnalate assenze significative. Mentre ci sono stati tutti i candidati non eletti di “Miglianico Cambianon si sono visti quelli della lista sconfitta. Anche questo è un elemento che palesa la negazione nei fatti di quella apertura al confronto che poi è stata e resta, fino a prova del contrario, la grande bugia con la quale “male-in-comune”, per tutta la campagna elettorale, ha provato a nascondere il suo vero intento: riportare il vecchio al potere.

 

L’assenza dei candidati non eletti della lista perdente evidenzia anche quella maleducazione istituzionale che è sempre più diffusa e che suggerisce un ritorno ad una attività di formazione e di sensibilizzazione che va fatta a partire dalle esperienze scolastiche ed arrivando a quelle associative tra le quali dovrebbero esserci quelle di partito. Tra i candidati non eletti ci sono Concittadine e Concittadini che molto probabilmente, quasi sicuramente per alcuni casi specifici, entro questo quinquennio siederanno in Consiglio comunale. Ma anche gli altri, che si sono presentati alla valutazione degli elettori, avrebbero dovuto avere la correttezza di esserci al momento del solenne insediamento del Sindaco e del Consiglio, una seduta nella quale c’è il giuramento del Sindaco, quindi è una cerimonia civica importante per una Comunità. Il Sindaco, Fabio Adezio, ha giurato ed ha fatto un bel discorso che anche gli assenti dovrebbero leggere e conservare (clicca qui per leggerlo interamente). La loro assenza non è giustificabile e va addebitata principalmente al loro candidato sindaco, il dott. prof. Federico Anzellotti. Con lui, doppiamente responsabile, è stato il silente consigliere di minoranza dr. Dino De Marco, che il sindaco lo ha fatto e che dovrebbe essere non solo un moderatore dei toni della minoranza ma ispiratore di una corretta osservanza di certi comportamenti. 

Niente, sono ancora pieni di scorie. Non hanno ancora accettato il responso delle urne, cioè il giudizio dei Miglianichesi. Non hanno accettato la loro sconfitta, netta, indiscutibile, irrevocabile. Probabilmente non hanno neppure fatto l’analisi del voto o l’hanno fatta commettendo gravi errori se continuano a comportarsi così. 

Oltre a questa dimenticanza istituzionale, che pochi però avranno notato, c’è stato il comportamento tenuto in consiglio. La seduta non era neppure iniziata che il capogruppo della minoranza (non annunciato ma che diamo per assodato) è partito con la proposta di mozione per togliere dall’ordine del giorno i punti finali. C’è stata poca decisione nel metterlo a tacere non perché la minoranza non debba parlare, tutt’altro, ma perché se il Consiglio non procede prima alla convalida dei consiglieri eletti, di fatto, il consiglio non può operare perché non è nella pienezza dei suoi poteri. Siamo all’abc istituzionale. Qui c’è ignoranza delle leggi o spregio delle stesse. Il dott. prof. Anzellotti, che il professore lo fa da decenni, ha mostrato subito questo piglio da professorino che da lezioni e bacchetta. Ma ha fatto un errore marchiano parlando prima di esser riconosciuto lui stesso come consigliere validamente eletto in quanto libero da condizioni di ineleggibilità e incompatibilità. 

Aggiungo che un altro errore la minoranza, in particolare il dott. prof. Federico Anzellotti lo ha commesso in apertura di seduta. Nulla ha detto per ringraziare almeno i propri elettori, poi per riconoscere la vittoria ai vincitori, per fare gli auguri di buon lavoro al nuovo consiglio e per annunciare, casomai, la linea che intendono seguire.

Questa però si è compresa da due fatti. In sede di verifica di consiglieri, il dott. prof. Anzellotti ha tirato in ballo imprecisate colpe del consigliere Mimmo Cicchitti, chiedendo di verbalizzare e di inviare tutto alla Procura della Repubblica. Gli è stato fatto notare che avrebbe dovuto citare articolo o comma del regolamento sul quale basava la sua richiesta di incompatibilità di Cicchitti come consigliere comunale. Non ha risposto e la cosa è finita lì. Alla Procura ora potrà inviare il verbale dove dovrebbero scrivere che non ha risposto su questo. L’altro fatto, ancora più grave, lo ha annunciato il Sindaco quando ha detto che, dopo dieci anni senza alcuna denuncia, in soli 15 giorni sono arrivati già due esposti oltre ad altro. Non ha precisato firmatari e contenuti degli esposti ma non ha neppure detto che si tratta di anonimi, quindi è immaginabile dedurre da dove vengano le denunce. 

Al momento della elezione del nuovo Presidente del Consiglio Comunale è mancata quella pagina di correttezza se non altro formale che avrebbe potuto segnare un buon avvio della consiliatura. Mentre si stavano già distribuendo le schede per la votazione a scrutinio segreto, la minoranza ha chiesto chi era il candidato della maggioranza. Il Sindaco ha risposto “Proponiamo l’avvocato Tommaso Palmitesta”. Loro hanno controreplicato “Noi Dino De Marco”. Votazione. Eletto Tommaso, che continua così ad incarnare quel che gli affibbiai in tempi non vicinissimi, “Il Presidente ovunque”. Ora, non me ne vogliano, ma non si fa così. A meno che uno non abbia dato per scontato che ci si debba solo scontrare. Una minoranza che vuole dare un segnale positivo, anche ai soli fini della propria immagine propagandistica, chiede la sospensione della seduta e avvia una trattativa che può portare sia a mettere in difficoltà la maggioranza con una proposta alternativa individuando un candidato diverso nella stessa maggioranza (e ce n’erano) sia alla decisione di votare scheda bianca per dare un segnale di buona volontà sia anche alla decisione di votare il candidato della maggioranza facendoselo chiedere ufficialmente alla riapertura della seduta. Un presidente votato anche dalla minoranza non è solo formalmente eletto all'unanimità, a pensarci bene.  Nulla. Uno può dire che poteva provarci anche la maggioranza a fare questo passo? Certo, a voler esser “picciosi” sì. Ma, si sa che è la minoranza che deve giocare queste carte. Il fatto che non ci sia stato nulla è segno di un clima non buono né bello.

Poi il Sindaco ha dato comunicazione della nuova Giunta. Confermati Antonio Palombaro ed Ester Volpe con i nuovi Mimmo Cicchitti e la fuoriclasse Valentina De Marco che, penso (ma occorre verificarlo), sia oggi non solo la più giovane consigliera comunale della nostra storia locale ma anche il più giovane assessore. Il Sindaco, oltre a confermare che tutti, eletti e non eletti di “Miglianico Cambia” avranno deleghe e incarichi di lavoro per la comunità, ha poi annunciato una novità assoluta: il Vice Sindaco sarà Antonio Palombaro per metà mandato e, nella seconda metà, il ruolo di vice toccherà a Mimmo Cicchitti, che, a mio modestissimo parere, è quello che, nella crescita di tutti, è più cresciuto politicamente e istituzionalmente in questi anni. 

Hanno detto qualcosa quelli della minoranza? Macché. Non hanno colto tanti di quegli elementi sui quali avrebbero potuto fare osservazioni, commenti ed anche piccole ma ficcanti provocazioni a loro vantaggio. Con gli occhi e le orecchie tappati dalla superbia degli sconfitti non hanno capito nulla, ancora una volta.

Cosa avrebbero potuto dire? Se lo facessero spiegare dai loro consulenti se non sono capaci loro quattro con un secolo di occupazione di pubbliche poltrone a capirlo. 

Alla fine della seduta, dicevo, è stato palese il distacco tra nuovo e vecchio anche nel passaggio nel quale il Sindaco ha anticipato il dott. prof. Anzellotti annunciando che la maggioranza avrebbe votato la loro mozione di rinvio degli ultimi due punti all’ordine del giorno. “Volete farci perdere tempo”. Eh si, perdere tempo, è tutto quel che la minoranza pensa di portare come contributo in Consiglio comunale, oltre “all’interessamento delle autorità”. Tra chi utilizza tutto il tempo per fare il massimo e chi vuole solo far perdere tempo c’è l’abisso tra nuovo e vecchio.

Devo fare un rimprovero a Tommaso Palmitesta, anche se rimprovero poi non è. Quando legge si emoziona ancora di più. Lui che è uomo di Legge comunica meglio se ascolta solo il cuore. Ora dovrà gestire un regolamento ma non sarà difficile, usi il cuore non solo come correttezza verso la minoranza ma anche come rispetto per la maggioranza che deve pensare al futuro di Miglianico.

Gli faccio però un complimento. Passata l’emozione di una elezione forse anche un po’ inattesa ha saputo recuperare alla grande ricordando e ringraziando i suoi predecessori tra i quali Massimo Sulpizio, il più applaudito della serata.

Anche il Sindaco merita un rimprovero. A lui non piacciono i rimproveri, lo so. Ma, oltre ad essere il cugino più anziano di lui sono stato anche suo catechista quindi deve accettarlo. Quando la minoranza vuole dare lezioncine deve essere corretto ma amiconianamente deciso e meno cerimonioso, sennò perderà tempo e a lui perdere tempo davvero non piace.

Gli devo fare anche un complimento sincero. Ha fatto un bel discorso, coraggioso e lucido. E ha pianto quando ha ricordato che dieci anni fa fu Massimo a dargli la parola la prima volta in Consiglio comunale ed a lui, a Massimo Sulpizio, ha affidato la celeste cura di questa consiliatura illuminandola col suo sorriso. 

Piangere per un Amico è meravigliosamente bello. 

Fabio è un uomo vero, genuino, autentico. È un uomo buono Fabio Adezio, il Concittadino che i Miglianichesi hanno scelto per Sindaco.

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